Altri Sport

La danza dell’airone. Mauro, ragazzo ipovedente, praticante di arti marziali

Donato De Ceglie
close
Mauro
Sono partiti da una tecnica: il Chi Sao che significa "Mani a contatto", "Mani appiccicose". Le mani di Mauro non si slegano da quelle del Maestro, restano incollate durante i movimenti velocissimi
scrivi un commento 92

L’airone ed il serpente lottavano. Per fame, paura, dominazione, sopravvivenza. L’airone con eleganza e leggerezza schivava gli attacchi del rettile. Bianco, slanciato, con linee precise, le sue ali divennero scudi per sfuggire ad ogni tentativo d’attacco del nemico. È ispirata ad una scena simile la pratica sportiva del Wing Chun, uno stile Kung Fu nato nel sud della Cina. Mauro di Cugno, 15 anni, frequenta il Liceo Linguistico e pratica Wing Chun da un anno e mezzo. Abbiamo assistito ad uno dei suoi allenamenti con il Maestro Antonio Pignataro, a due passi dal mare, nella scuola Wei Hai, “Grande mare”, di Trani. Quel mare che Mauro non ha mai potuto vedere. Mauro è ipovedente dalla nascita ed oggi è probabilmente l’unico ipovedente in Italia a praticare questa disciplina.

Se vi dovesse capitare di osservare un allenamento di Mauro, chiudete gli occhi per provare ad immaginare l’acqua. I colpi schioccano come schiaffi sulla superficie del mare e diventano il volo leggero e veloce di un colibrì che taglia la sostanza acquosa e le dona potenza. Quando aprirete gli occhi la velocità di quelle braccia che si incrociano, di quel groviglio di piume e arti duri come becchi, vi sorprenderà. Ma restate in silenzio, solo così potreste apprezzare a fondo la bellezza di questa disciplina.

Mauro inizia a praticare Wing Chun grazie ad un progetto nato in sinergia tra le associazioni sportive (tra le quali anche quella di Antonio Pignataro) e l’associazione Orizzonti che prevedeva l’inserimento di ragazzi diversamente abili nella pratica di discipline attive sul territorio. Mauro ha sempre sognato di praticare arti marziali e Antonio ha creduto in questo progetto sin da subito. “Oggi Mauro ha già superato due esami di grado AWTA ed è un ragazzo che lavora con grande passione”.

Insegnare una disciplina di lotta ad un ragazzo ipovedente è stata una bella sfida ma non ci sono state barriere. “Non ho avuto difficoltà – ci dice il Maestro -, ho subito adattato il programma senza mai porne limiti. Il Wing Chun si basa sulla percezione tattile e questo è un punto a favore di Mauro ma abbiamo lavorato anche a distanza grazie allo studio delle forme. Oggi abbiamo migliorato elasticità, coordinazione, precisione, forza, abbiamo ottenuto risultati grandissimi”. Antonio e Mauro seguono i programmi accademici dell’AWTA con fondatore e caposcuola G m Stellato.

Sono partiti da una tecnica: il Chi Sao che significa “Mani a contatto”, “Mani appiccicose”. Le mani di Mauro non si slegano da quelle del Maestro, restano incollate durante i movimenti velocissimi e non smuovono di un millimetro la sua posizione. “Il Wing Chun segue la filosofia taoista, il cedere alla forza. Non è un’arte di attacco ma più di difesa, leggenda vuole che la creatrice sia una monaca. Durante la dinastia Qing, dopo la distruzione del famoso monastero di Shaolin ci fu la fuga di cinque monaci detti “i cinque antenati”. Ng Mui si rifugiò nel monastero della “Gru Bianca” sui pendii delle montagne Daliang. Qui, al confine tra le provincie del Sichuan e dello Yunnan la leggenda vuole che Ng Mui assistesse a un combattimento tra una gru e un serpente. Ispirata dallo scontro combinò i movimenti di questi due animali con le tecniche del monastero di Shaolin da dove ella proveniva, creando così una nuova arte marziale.

“Il cuore del Wing Chun è Chi Sao. Ci si allena con delle pressioni, una percezione, si sviluppa la difesa e l’attacco. Su Mauro siamo partiti da questo esercizio ed inizialmente doveva essere solo esclusivamente quello. Da lì abbiamo sviluppato tutto il programma della WTA che prevede distanza, le forme di pratica e tutto il programma”.

Economia e simultaneità dei movimenti, agilità e fluidità. Precisione, reattività mentale. Il Wing Chun è una sorta di lettura delle istruzioni del proprio corpo per cercare e trovare un’intelligenza periferica che agisca indipendentemente dal pensiero ragionato della mente, è un modo per assentarsi alle emozioni e governarle, andare oltre i propri sensi per ridar loro una linea da seguire.

L’insegnamento di questa pratica ad un ragazzo ipovedente non è passata sotto traccia. “Siamo stati invitati ad un corso di formazione per tecnici sportivi e docenti di educazione fisica, ci ha invitati il dott. Manfredi che è ortopedico ed un esperto dottore nella disabilità e fa parte del Comitato Paraolimpico. C’era anche Luca Mazzone, e per me è stato un grande onore presentare il programma didattico che abbiamo sviluppato con Mauro, il dott. Manfredi ha detto che ci sarebbe da scrivere pagine sulla Treccani” ci dice Antonio.

Antonio ha un fiocco azzurro sulla sua scrivania, è per il figlio nato da poco meno di un mese. Ha un passato in officina, con suo padre. Ha lavorato da giovanissimo lì ma ha sempre nutrito questa sua passione per le arti marziali, praticandole e viaggiando per scoprirne l’essenza lì dove sono nate. “Dalla mia esperienza di vita posso solo dire che ognuno nasce libero e pian piano scoprirà per quale disciplina è portato ma soprattutto che non esistono barriere per praticarle, nè sociali nè fisiche”.

Obiettivi alti, aspettative basse. Oggi Mauro si allena con dedizione, si allena anche a casa per migliorare precisione dei movimenti e lavora duramente in palestra. “Mi diverte usare il colpitore, lì usando tutta la mia forza posso scaricare un po’ di tensioni”.

Lo studio delle movenze degli animali delle foreste è alla base di tutte le arti marziali. L’airone ha ispirato l’arte che oggi Mauro pratica. Dall’Antica Grecia all’America precolombiana, l’airone è simbolo di spiritualità, rinnovamento interiore, rinascita. “Lui re, lui fiume, lui trono”, scriveva John Matthews. Per gli sciamani dell’Estremo Oriente, per chi ne avesse visto uno in volo avrebbe potuto annunciare grandi cambiamenti in arrivo. Guardare Mauro allenarsi con Antonio è già un cambiamento: non esistono barriere, se non quelle della mente.

martedì 22 Maggio 2018

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti