Qual è il destino di una cava dopo l’estrazione di tutto il materiale disponibile? L’ultimo periodo vissuto in città è stato profondamente segnato da problematiche ambientali, tra tutte il caso della cava di Contrada Monachelle. A darvi una plausibile risposta ci ha pensato l’Associazione Dilettantistica Montericco, attiva da giugno scorso nell’ambito sportivo. Circa vent’anni fa i proprietari di una cava dismessa, nonché fondatori dell’Associazione, situata nell’omonima zona a nord della città (direzione Andria) hanno avviato un processo di sistemazione del luogo, volto al riutilizzo dello stesso per consentire la pratica di differenti attività sportive.
Il terreno si estende per oltre 25mila metri quadrati ed attualmente è il primo esempio nel circondario di un’opera di recupero con finalità sportiva di una cava. Nella cava si sono già tenute attività di motocross, quad-bike e tiro con l’arco, ma la sua costruzione non particolarmente specifica consente lo svolgimento di qualsiasi disciplina, soprattutto discipline con necessità di percorsi o circuiti “irregolari”.
“Il nostro obiettivo è di offrire e dimostrare un recupero positivo dei luoghi apparentemente esauriti e senza futuro” spiega Matteo Di Venosa, direttore di campo e comproprietario della cava insieme al dott. Raffaele Musicco, presidente dell’associazione, ed Antonio Ricco, vicepresidente.
“Il nostro è un progetto indefinito – aggiunge Di Venosa – che si pone l’obiettivo di creare una palestra all’aperto, specchio delle esigenze sportive richieste. Lo spirito dell’Associazione mira ad un clima di divertimento da vivere in questo spazio anche aperto alle famiglie”. La potenzialità edificatoria della cava permetterebbe inoltre l’eventualità di una costruzione di impianti al chiuso ancora inesistenti sul territorio cittadino.
L’Associazione Montericco, in collaborazione con la Palestra Verrigni, ha programmato per domenica prossima 15 aprile un evento intitolato “OCR: The Camp”. I partecipanti dovranno superare una serie di dure prove fisiche in un percorso lungo tre kilometri che richiama il modello della “Spartan Race”, una competizione ad ostacoli di carattere mondiale. Tra cunette infangate, carichi di ogni genere e muri da scavalcare, una cinquantina di audaci atleti divisi in coppie avrà modo di testare questa iniziativa del tutto innovativa in città.