Altri Sport

Le divise che stanno facendo impazzire i palazzetti di tutta Italia? Le crea un tranese

Donato De Ceglie
Una delle creazioni di Nico Scoccimarro
La "consacrazione" social arriva grazie alla pagina L'umiltà di chiamarsi Minors. La divisa realizzata per l'Avis Trani è una birra e spopola sui social
scrivi un commento 16

Ci sono due ragazzi: uno indossa una maglia biancoazzurra sulla piazzetta, corre intorno ad una statua con il pallone tra i piedi, fa lo slalom tra le gambe dei passanti e cerca di beccare l’incrocio di una porta virtuale tra due alberi; l’altro cammina sornione sul marciapiede opposto, guarda, sorride e torna a casa.

Quest’ultimo è Nicola Scoccimarro. Perché abbiamo deciso di incontrarlo e scambiare qualche chiacchiera con lui? E soprattutto: perché lo abbiamo chiamato ragazzo?

Siamo stati da Nicola per chiedergli del suo lavoro che negli ultimi tempi lo ha portato alla ribalta sui social. Siamo entrati in casa sua per “colpa” della pagina Facebook L’umiltà di chiamarsi Minors. Una pagina dedicata ai campetti di periferia, ai tornei improponibili che regalano le vittorie più combattute, una pagina per chi si ritrova a 50 anni sotto canestro alle 9 di mattina di domenica, quando i palazzetti sono vuoti, una pagina che riunisce lo spirito della palla a spicchi vissuto fuori o ai margini dell’agonismo. Su questa pagina è stata condivisa la foto di una maglia di una squadra che riconosciamo subito: l’Avis Basket Trani. Un omaggio allo stato liquido del “minors”: uomo dedito alla birra per accompagnare le uscite con i compagni di squadra. C’è chi la chiama “ignoranza”, chi goliardia, chi non la definisce in nessuna maniera e sceglie di indossarla: una divisa “sudata”, con tanto di bollicine e schiuma. Una birra-canotta che fa il giro del web e comincia a raccogliere centinaia di consensi. Chi la vende? Come vi è saltato in testa di realizzare una divisa così?

A distanza di qualche giorno viene pubblicata una seconda foto, questa volta protagonisti i Cavs e la loro divisa colorata in una gara al Pala Assi. “Da Barletta ci giungono nuove perle”, scrivono gli amministratori della pagina. E tra i commenti c’è chi pubblica la foto degli avversari barlettani dei Cavs in quel derby giovanile, con addosso una divisa camouflage degna di nota. Divise che non dividono, anzi, uniscono i commentatori che apprezzano e condividono lo scatto. In qualche maniera tirano fuori dal cilindro il nome dell’ideatore di questa follia colorata ma bellissima che sta invadendo i palazzetti italiani (e non solo): Niko Scoccimarro.

Nicola è il fratello di Pasquale, insieme formano quella “Banda Scoccimarro” che ha scritto un pezzo di storia del basket locale. Ed oltre al senso figurato lo ha scritto nel senso più puro del termine, su un sito web: “Forse quello che faccio oggi nasce quando ho solcato per la prima volta un campo da basket, quella passione l’abbiamo messa dentro il progetto BasketPuglia, forse siamo stati capostipiti dell’informazione cestistica sul territorio regionale. Avevamo persino un sistema di segnalazione via Sms dei risultati dopo venti minuti dalla fine delle partite”. Dietro quegli inizi c’erano Nicola, Pasquale e Rino Porro.

“Ecco, questa è la mia deviazione, la mia follia” ci dice Nicola mentre ci prepara un caffè e ci mostra qualche foto dei suoi lavori. Prima però riscalda le tazze nel microonde, “Eh, questa è una chicca”. Quando bisogna mantenere lo “Stile Minors” in tutto. Sul suo Hp scorrono i file di maglie colorate, gli ordini di gadget e spunta anche la notifica di un ragazzo che si è innamorato di due divise che ha sulla pagina di Layupstore. “Non posso vendergliele” mi dice Niko e nel frattempo risponde gentilmente a questo giovane amatore indicandogli i responsabili delle società di riferimento presso le quali può acquistare le maglie. “Se non mi interessasse quello che faccio le potrei anche vendere, il prodotto potrebbe essere in mano mia, ho tutto il materiale. Ma ci pensi? La squadra (una delle due maglie era proprio quella dell’Avis Trani, nda) ora si vedrà contattare da questo ragazzo di un’altra regione, innamorato della loro divisa, ci pensi alla faccia che faranno?”

Ma facciamo un passo indietro, un balzo dietro la linea per capire da dove parto questa bomba da 3 che ha fatto impazzire i cestisti. Nico studia da autodidatta, smanetta, lavora con tutti i tool grafici e inizia a collaborare con Layupstore, un progetto nel quale ha messo tutto sé stesso. Parte la prima maglia: della Fiore di Puglia Basket Ruvo. La realizzano con la tecnica della sublimazione e la loro è una delle prime realtà a lavorare così. È il 2004.

Come si è arrivati a quello che sta accadendo in questi mesi? Qual è l’idea dietro tutto questo? “Dare un’identità alle squadre, in qualsiasi serie. Ora c’è molta più attenzione all’immagine. Se io vedo i Lions so che quella è la loro identità, diventa un brand, è riconoscibile. Entrare in un palazzetto e guardare dei colori, dei segni geometrici da collegare ad una squadra è bello. Se poi c’è questa attenzione anche per i più piccoli o per le serie minori, il gioco è fatto”. Dietro questo pensiero c’è tanta strada fatta nel basket dilettantistico, c’è la voglia di riconoscere la dignità di ogni realtà. Certo, qualcuno lo fa con stravaganza, anche estrema. “La Virtus Corato aveva pensato di scendere in campo in “pigiama”, poi ha optato per una divisa fiorata”, ci dice mentre sorride e ci mostra ripetutamente alcuni suoi lavori. Nico ha anche lavorato come designer per l’Enel Brindisi per oltre 10 anni.

“Ci sono giorni in cui alle stacco gli occhi dal pc alle 3 di notte e dopo poche ore sono nuovamente in piedi” ci dice mentre prende uno yogurt per una delle piccole di casa. “Mia moglie è la mia consulente, la mia consigliera su tutti i progetti. Quando mi dice di essere contenta del lavoro che le mostro, allora è quello giusto”.

“Come mi muovo quando qualcuno mi chiede una mano? Mi basta capire qual è il budget e cosa vogliono dire con quella divisa. Li ascolto. Mi basta questo, aprire le orecchie e la testa prima di mettermi al lavoro sulla progettazione”.

Ed è possibile realizzare tutto. “Ho un mantra che ripeto spesso: non chiedermi se possiamo farlo, lo facciamo”. I lavori targati Layupstore sono made in Italy al 100% e questo, paradossalmente, è un problema economicamente parlando: “Abbiamo un peso fiscale elevato su ogni prodotto e anche per questo ci tengo a che ogni singolo cliente abbia un prodotto che sappia sia creato ad hoc per lui”.

I sogni di Layupstore hanno toccato anche la squadra italiana di arcieri impegnata al Vegas Shot e da poco c’è un filo diretto tra Barletta (sede di Layupstore) e l’Olanda: la squadra Tantalus di Eindhoven scesa in campo con il papillon e i puffi sulla divisa in un torneo. La maglia della birra ha fatto scuola e dalla Toscana è arrivata una richiesta “simile” ma non possiamo svelarvi altro.

“Sono autodidatta, lavoro per la mia passione e con passione, spesso mi ritrovo pienamente nel detto nemo propheta in patria ma va bene così. Sono contento di quel che faccio, oggi grazie ai social è venuto fuori chi ci fosse dietro quelle divise che stanno spopolando, altrimenti sarei rimasto dietro le quinte come piace a me”.

Gli volevamo chiedere il segreto dietro il successo di quelle magliette e ci ha parlato della sua storia, per intero. E forse a volte il successo è proprio quello: i piccoli passi che ogni giorno compiamo, indirizzati verso quello che prima o poi ci darà quello che ci spetta. Minors o majors.

Nico è un ragazzo con i capelli brizzolati, ha due figlie e anni che finiscono in “anta” ma è un ragazzo che sta portando avanti sogni che coincidono con il lavoro che si è creato. Ci ha mostrato fiero la divisa che ha realizzato per sé stesso: un collage di strisce del fumetto Slum Dunk in bianco e nero.

Un giorno mentre rientrava a casa ha visto un ragazzo indossare una maglia della Vigor Trani, società per la quale Layupstore ha lavorato. “Quello è stato il momento in cui ho capito che stavamo lavorando bene”.

martedì 9 Gennaio 2018

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti