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Santorsola sulla chiusura dei punti di primo intervento: “Le Asl rispettino l’accordo di programma”

La Redazione
Domenico Santorsola
"Mi associo nel chiedere al presidente Emiliano una pausa di riflessione allo scopo di trovare nelle pieghe dei piani di razionalizzazione concordati con i Ministeri competenti lo spazio per i punti di primo intervento necessari"
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“Con le decisioni assunte in una delle ultime sedute, la Giunta regionale ha compiuto un ulteriore “passo avanti” nella riorganizzazione della offerta sanitarian suln territorio pugliese. A partire dal primo maggio 2018, in pratica, nverranno chiusi i Punti di primo intervento che nel periodo di nosservazione non hanno accolto più di quattro accessi al giorno, specie nse caratterizzati da un basso livello di gravità e/o din urgenza; al loro posto ci saranno postazioni del 118, fisse nelle cittàn con maggiori utenza e mobili, invece, in quelle con utenza minore.” Scrive il consigliere regionale Mimmo Santorsola.

“Di primo acchito, – continua – il ragionamento non fa una grinza en la decisione sembra rientrare a pieno titolo in quel piano di riordino nospedaliero che, pur fra tante obiezioni, era stato assunto dalla stessan Giunta nel 2016. Quel piano, lo ricordiamo giusto per dovere di ncronaca, prevedeva la riconversione di diversi ospedali in presidi nterritoriali che, in modi alternativi al ricovero convenzionale, navrebbero offerto assistenza sanitaria alle comunità interessate;n la speranza del legislatore era quella di rendere meno dolorosa la nperdita di una struttura da sempre considerata rassicurante per la npopolazione residente ed un punto di riferimento per la comunità.”

“A quel piano, sotto tanti aspetti opinabile, io ero ncontrario sia perché riduceva drasticamente il numero dei posti letto nsul territorio regionale sia perché la scelta delle “strutture nsopravviventi” era stata fatta più sulla base di criterin di opportunità politica che di reale valenza assistenziale.

Un esempio fra tutti? La scelta di premiare il npresidio ospedaliero di Bisceglie, tuttora inadeguato nonostante nl’enorme quantità di denaro spesa nel tentativo di ammodernarlo, a nscapito dell’ospedale di Trani, dotato di un comfort alberghieron e di grandi possibilità di adeguamento agli standard comunitari.

Certamente lo spirito campanilistico, la mia militanza nel Consiglio comunalen tranese e l’essere stato medico di quella struttura hanno condizionato,n e forse condizionano ancora, i miei giudizi o, sen vogliamo, i miei pregiudizi, ma allan fine ho sposato in pieno la proposta del presidente Emiliano ndifendendola in ogni occasione come la meno disastrosa delle proposte.”

“Per renderla più “compliante”, per usare un termine nmedico, ho partecipato attivamente alla stesura di una proposta nalternativa che offrisse ad ogni città della Bat una sorte dignitosa npiuttosto che una morte indecorosa quanto immeritata,n proposta sottoscritta dai Colleghi consiglieri regionali della Bat, ntanto di maggioranza quanto di opposizione; quel piano alla fine avrebben potuto essere un male necessario dal quale uscire uniti e rafforzati nnella volontà di assicurare un livello assistenzialen adeguato alle aspettative.

Se ora torniamo al punto in questione, dovremmo concludere che la chiusura di questin 39 punti di primo intervento (della Bat, sono quelli di Minervino nMurge, Spinazzola e Canosa di Puglia) diventa unn atto dovuto, coerente col piano di riordino ospedaliero e con gli nimpegni assunti con il Ministero, accordi stigmatizzati nel decreto nministeriale n.70 del 2015, laddove ci si riferisce alla riconversione nin presidi medicalizzati del 118.

Allora si pone, legittima, una domanda: se tutto è npoliticamente ed amministrativamente logico e coerente perché tanto nmalessere, perché tante obiezioni, per quanto tardive, da esponenti politici bipartisan,n perché tanti inviti alla riflessione da parte delle istituzioni e delle organizzazioni sindacali?”

“La risposta – continua il consigliere Santorsola – è semplice e sta nei ritardi accumulati ndalle Asl nella realizzazione delle strutture compensatorie e nella nattuazione di quanto previsto negli Accordi di programma e nei nProtocolli di intesa che l’Amministrazione regionale han sottoscritto con questo o quel Comune, assicurando a gran voce che nnessuno avrebbe risentito negativamente dei tagli che, ineluttabili nquanto dolorosi, dovevano essere operati per motivi di logica economica en per la tutela della sicurezza sanitaria dei cittadinin amministrati.

Gli ospedali piccoli, privi di tecnologie di esperienze professionali, sono un pericolo per i pazienti, affermavano gli esperti e, perciò «li chiudiamo ed al loro posto vi diamo altro»: potenziamenton degli ospedali di secondo livello, nuovi ospedali a distribuzione provinciale, Pta, Pta integrati, Cpt, Case della salute e quant’altro.

Ed è proprio questo “altro” che, invece, è mancato n(vedi l’ospedale di Andria), continua ad essere nebuloso e controverso n(vedi il Pta di Trani) e alimenta le proteste: le Asl (per non naddebitare le colpe ai singoli direttori generali)n non hanno completato la rimodulazione della rete ospedaliera!

Qualche volta non hanno saputo, altre volte non hanno potuto ma, in parecchin casi, non hanno voluto farlo per dare invece priorità a questo o a queln presidio ospedaliero, spesso promosso solo perché raccomandato.

In questo panorama la mannaia che si sta abbattendo nsui tanti Ppi “inadempienti” mette seriamente a rischio il diritto alla nsalute costituzionalmente garantito a tutti i cittadini: in moltissimi nterritori i Pronto soccorso residui, che giàn affrontano quotidianamente situazioni che vanno oltre ogni limite di ntolleranza, saranno costretti a ridurre ulteriormente il livello nqualitativo delle prestazioni professionali, per non parlare dei tempi en delle liste di attesa che lieviteranno in manieran smisurata a tutto vantaggio delle attività private.”

“Sulla base di queste considerazioni – conclude – mi associo ai ntanti Pugliesi, ai Colleghi del Consiglio Regionale ed alle Sigle nSindacali nel chiedere al presidente Emiliano una pausan di riflessione al solo scopon di trovare nelle pieghe dei piani di razionalizzazione concordati con in Ministeri competenti lo spazio per i punti di primo intervento necessari ed il tempo per la nrealizzazione delle strutture compensatorie”


lunedì 16 Aprile 2018

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