Ecco le parole della consigliera comunale Francesca Zitoli circa la questione Amet.
“Quando votai a favore del bilancio comunale, lo feci esprimendo npalesemente l’impegno di monitorare l’amministrazione nelle sue diverse nazioni, anche nelle municipalizzate. Mentre la maggior parte ndell’attenzione politica e cittadina è a ragione concentrata sulle nproblematiche di natura ambientale, c’è chi, forse di proposito, forse nper una favorevole congiuntura astrale, approfittan del momento per accelerare politiche di ristrutturazione interna in nAmet in vista del mercato libero, su cui la nostra municipalizzatan sarà chiamata a confrontarsi con il compito di rendere i propri prodotti davvero appetibili e vantaggiosi rispetto a quelli dei suoi competitori.
nSin qui nulla quaestio.
nPeccato – continua la consigliera – che all’interno di Amet ci sianon alcuni che ignorano o fingono di ignorare le tappe fondamentali di tali operazioni: secondon il regolamento sul controllo analogo approvato in consiglio comunale a fine maggio 2017, è il socio unico attraverson il Consiglio comunale o il Sindaco a dover dettare le linee guida all’Aziendan e non è quest’ultima a notificare all’amministrazione e ai consiglieri decisioni o politiche aziendali intraprese. Giova forse ricordaren che trattasi di azienda pubblica e non privata.
nA titolo esemplificativo si riportano alcuni passaggi su cui il Presidente e il CdA tutto hannon mancato in questo importantissimo vincolo, ritenendo, forse per dimenticanza o incompetenza, di operare all’interno di un’azienda privata.
nArea personale e riorganizzazione aziendale
nIl 20 novembre 2017 npresso la sede della Provincia BAT – Vertenze collettive del III settoren si è tenuta una riunione tra il Presidente Amet rag. Antonio Mazzilli en le organizzazioni sindacali non rappresentate nella RSU Amet. Queste infatti hanno stigmatizzato il comportamento del Presidente per una mancanzan di relazioni sindacali, di dialogo su problematiche generali, ma soprattutto per la disparitàn di trattamento operata tra le stesse organizzazioni, per assenzan di comunicazione e condivisione con i lavoratori sui criteri adottati e da adottarsi per l’imminente riorganizzazione aziendale.
nInizialmente questo punto potrebbe apparire di scarso interesse, come se fosse una qualunque divergenza tra CdA en lavoratori, ma a ridosso della pausa natalizia, ed in particolare nelle giornate del 13, 15 e 21 dicembre, si sono tenuti incontri sindacali conn la RSU all’internon della quale – si badi bene! – ci sono solo le sigle sindacali che hannon eletto i propri rappresentanti, che parlano dunque per una parte di nlavoratori, ma non per tutti. E il bellon arriva tra poco. Tali verbali mostrano un contenuto an mio parere fortemente discutibile: nella seduta del 15 dicembre, su nproposta della RSU, si propone di corrispondere salari aggiuntivi di n80,00€ adn alcuni dipendenti senza inquadramento in una categoria superiore; 70,00€n riconosciuti ad altri dipendenti senza indicare ulteriori mansioni,n compiti e obiettivi da raggiungere che potrebbero giustificare tale somma; aumenti di categoria ad altri dipendenti, anche questi senza motivazioni dettagliate ed oggettivamenten attendibili. Ancora, nel verbale del 21 dicembre sin legge che la RSU invita il Presidente a procedere all’esame e al confronton sull’effettiva separazione funzionale, dando seguito all’esame delle ndiverse posizioni dei dipendenti destinati al settore vendita. Peccato nche ci troviamo dinanzi a decisioni prese senza il preventivo ncoinvolgimento degli interessati.
nE’ altresì curioso venire a conoscenza di “battaglien navali” in corso, variate quotidianamente,n su cui a proprio piacimento i dipendenti afferenti le sigle sindacali npresenti in RSU verrebbero assegnati al ramo distribuzione (quello più ntutelato ovviamente), mentre gli altri con cui manca il confronto predetto sarebberon destinati al ramo vendita, che – inutile dirlo – sarà quello più suscettibile una volta entrati nel mercato libero.
nCome può un buon nPresidente d’Azienda creare un clima così teso all’interno del npersonale? Non sa che tutto questo crea solo nocumento all’Azienda nstessa e alle sue performance?
nE che dire della presenza costante in Azienda dei delegati della ditta Zecca? Oltre il vincolo contrattualen c’è qualcuno competente che controlla la protezione della banca dati Amet?
nE dell’affidamento di mansioni superiori a firma del Presidente (a proposito, può un Presidenten di municipalizzata firmare un affidamento di mansioni superiori o spetta al CdA o ad altra figura?) a qualche dipendente, cosa mi si risponderà? Inutilen dire che quanto sinora esposto è stato richiesto da parte mia anche via pec, così da ottenere risposte ufficiali a futura memoria e beneficio pubblico.
nA seguito di tutte queste perplessità, che manifestano una chiara mancanza di rispetto del consiglion comunale, dei lavoratori tutti di Amet e della cittadinanza, chiedo al sindaco e al presidente Amet rag. Mazzilli la revoca immediatan degli aumenti salariali e di categoria (sapete che negli enti pubblici si entra e si aumenta la categoria per concorso?), en la discussione del futuro Amet nella sede preposta, ossia il Consiglio comunale. Infatti solo quando quest’ultimo avrà ufficialmente deciso le sorti dell’azienda, come avvenuto per Amiu, solo allora il CdA,n la RSU e le organizzazioni sindacali tutte potranno discutere con nprocedure ad evidenza pubblica interna la riorganizzazione del personalen e aziendale. In caso contrario potrebbero verificarsi tutte le ncondizioni per eventuali azioni di responsabilità.”
La consigliera Zitoli conclude il suo intervento con un post scriptum “Siamo nel 2018 e i concorsi esistono già da un pezzo!”