Cultura

Paure, la fragilità delle vittime di stalking: “Lo Stato tedesco non ci protegge”

Federica Filannino
Dialoghi di Trani
Pubblichiamo il pezzo di una ragazza che ha seguito l'evento della rassegna culturale più importante dell'estate tranese, in cui era ospite Dirk Kurbjuweit
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Paura, forse il termine appropriato per descrivere questi ultimi anni nel nostro Paese. La paura ci rende fragili e il libro di Dirk Kurbjuweit, intitolato “Angst” tradotto in “l’ombra della paura” o meglio “aver paura di una qualcosa che non si conosce”, descrive a pieno questa sensazione che proviamo.

Nel libro presentato dall’autore, ritroviamo una semplice situazione quotidiana: una famiglia vive una vita normale, termine ribadito dall’autore più volte, fin quando le vicende cambiano e inizia un periodo difficile, caratterizzato da alcuni episodi di stalking. Nella conferenza tenutasi il giorno 20 settembre negli spazi di Palazzo Beltrani, l’autore spiega che il libro è ispirato alla sua esperienza, tutte le considerazioni espresse sulla politica del suo Stato sono personali, uno stato presentato come impreparato sul tema stalking. Nell’opera vengono specificati alcuni punti fondentali per comprendere al meglio il personaggio principale e la sua personalità: la famiglia minacciata cerca aiuto ma nessuno può aiutarli e in questo momento avviene una svolta, le forze giudiziarie incapaci lasciano trapelare un consiglio, ovvero quello di difendersi in autonomia comprando una pistola.

Come nel libro, Kurbjuweit, esprime il suo dissenso per la violenza. Si definisce da sempre un pacifista, ma ribadisce che certe volte e soprattutto in questi casi di stalking il “farsi giustizia personalmente” è una via molto ricorsa. Perché succede questo? Il subire stalking porta a una crisi della famiglia e della personalità, specifica che il vero ruolo dello stalker, chiamato Tiberius, è il portare i personaggi a una crisi interiore quindi il lettore può cadere in inganno e identificare facilmente Tiberius in un “mostro” ma dimentichiamo una cosa fondamentale: anche lui è una vittima perché il suo essere il “mostro” della situazione è una conseguenza di un’infanzia difficile.

Una domanda di un partecipante porta a galla una verità nascosta: Per lei scrivere questo libro, è stata una specie di vendetta? L’autore ha dichiarato che lo scrivere di una vicenda avvenuta dieci anni fa, lo ha aiutato a liberarsi dal peso dell’esperienza, e poi pensandoci un attimo, rivela che in un certo senso è stata una vendetta ma sopratutto è servito alle vittime di stalking a reagire correttamente. Un libro piacevole, dalla lettura fluida, che permette di capire cos’è la paura e come affrontarla ma che offre soprattutto una panoramica della politica e della vita, non sempre perfette, in Germania.

sabato 22 Settembre 2018

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