RUBRICA

Arnia. “Trani nel cuor di Janet Ross, romantica viaggiatrice inglese in un mondo in trasformazione”

Luca Pilato
Da “La terra di Manfredi” di Janet Ross
Una copia del suo diario di viaggio, pubblicato in traduzione italiana nel 1899, è conservata nella biblioteca "G. Bovio" di Trani, disponibile per la consultazione da chiunque voglia scoprire aspetti poco noti della città
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Se il lancio di una rubrica può esser visto come l’inizio di una nuova avventura, dall’arnia – piccolo rifugio e deposito di miele prodotto dalle laboriose api – è bene tirar fuori oggi una storia che parli di scoperte, di novità e di esplorazioni, ingredienti essenziali di ogni viaggio. Viaggio ideale, il nostro, attraverso vicende che ci accompagneranno di volta in volta in scenari pochi conosciuti, e viaggio reale, invece, quello della protagonista di oggi, una donna inglese vissuta a cavallo tra l’800 e il ‘900, che l’amore per l’arte e l’interesse per la storia del Bel Paese indussero a spingersi fin in Italia Meridionale. Stiamo parlando della scrittrice Janet Ross, autrice di quel bellissimo diario di viaggio, “The land of Manfred”, in cui raccolse con vivo interesse luci e ombre, colori ma anche contraddizioni di un Sud Italia che nella seconda metà dell’Ottocento era ancora sospeso tra il brigantaggio e un legame inscindibile con arcaiche consuetudini. Il suo affascinante racconto, corredato da illustrazioni di Carlo Orsi e pubblicato in lingua inglese nel 1889 a Londra da John Murray, ebbe la fortuna di incontrare pochi anni dopo il mercato librario italiano per merito di una traduttrice, Ida de Nicolò Capriati, incaricata dalla stessa autrice di procedere con il lavoro di traduzione. Ed è proprio a questa versione che farò riferimento. Una copia di questo volumetto, edito a Trani dal glorioso stampatore e tipografo Valdemaro Vecchi nel 1899 con il titolo “La terra di Manfredi”, è infatti custodita presso la nostra Biblioteca Comunale “Giovanni Bovio” (collocazione B. I X 0175).n

La terra di Manfredi, un viaggio nei luoghi degli Svevin

Già il titolo basterebbe a indicare al lettore come il motivo ispiratore del viaggio di Janet Ross attraverso numerosi centri della Puglia e giungendo, infine, a Benevento, sia stato ripercorrere la storia e i luoghi della dinastia degli Svevi, con un particolare occhio di riguardo nei confronti di Manfredi, figlio di Federico II, che proprio a Benevento trascorse i suoi ultimi istanti di vita morendo durante la celebre battaglia nel 1266. Immancabile, quindi, una sosta dell’autrice inglese a Trani dove ha modo di evocare poeticamente, fissando il mare, la celebre vicenda del matrimonio avvenuto nella nostra città tra Manfredi e la principessa Elena d’Epiro. Tutto ciò probabilmente, potrebbe risultare ai più come storia arcinota, se non fosse che il soggiorno della Ross a Trani avviene durante la Settimana Santa: ecco, quindi, risaltare tra le sue pagine storie di fede e folklore, di abitudini e costumi, in parte oggi cancellati dall’avarizia di un tempo che troppo spesso si scontra, tiranno e senza pietà alcuna, con la memoria del passato. Janet Ross si immerge, così, in un mondo distante dal suo, ascoltando, esplorando ma, soprattutto, osservando. Osserva con interesse le processioni formate da confratelli imbacuccati e da preti e penitenti scalzi, ascolta le voci dei questuanti che di buon mattino raccolgono elemosine per i curiosi riti pasquali di cui non rimane più traccia (l’“Abbavescio di Cristo” e la “Battaria di Giesù”), ma ha anche modo di scoprire la città passeggiando per le sue strade: legge, esterrefatta e turbata, lo strano e singolare cartello di un tale professor Ricca che acquista serpenti, lupi, orsi e altri animali, vivi e sani, per preparare i suoi unguenti, incontra e conversa con i popolani, straniti e incuriositi da una forestiera così emancipata da indossare un cappello, passeggia per i viali in fiore della Villa Comunale, tripudio della primavera e sollazzo per la vista di una viaggiatrice romantica come lei. Janet Ross si fa interprete di una maniera differente di intendere il ruolo della vista, dell’udito, della parola e del cuore, mezzi privilegiati per immergersi in una cultura diversa dalla propria abbattendo ogni tipo di pregiudizio. Certo, annota senza alcuna cattiveria di sorta quello che è ancora da migliorare ma, soprattutto, esalta il bello spesso apprezzato solo da chi si trova ad osservarlo per la prima volta.n

Occhi estranei a questa bellezzan

Solo pochi mesi fa, al termine di una visita guidata, una turista milanese mi rivolgeva la domanda: “Ma i tranesi sono consapevoli della bellezza custodita dalla loro città?”, la mia risposta: “Probabilmente in molti ne sono assuefatti e non ci fanno più caso”. Forse ci vorrebbe di tanto in tanto la visita di una donna come Janet Ross in città per spalancare i nostri occhi al bello.n

Nella prefazione l’autrice riferisce del consiglio dispensato da amici fiorentini di non portare con sé oggetti preziosi durante il viaggio in Italia Meridionale perché territorio ancora in balìa del brigantaggio. Janet Ross sottolinea, tuttavia, la cortesia e la bontà ritrovate in una terra evidentemente poco conosciuta. (foto tratta dal volume “La terra di Manfredi” di Janet Ross, traduzione dall’inglese di Ida de Nicolò Capriati, con illustrazioni di Carlo Orsi, Trani, Vecchi, 1899, p. 7, conservato presso la biblioteca “G. Bovio” di Trani).

Nell’illustrazione che introduce il capitolo riguardante Trani, la raffigurazione di una processione ottocentesca durante la Settimana Santa: tra i confratelli “imbaccuccati in camici bianchi” e con “la testa intieramente coperta dal cappuccio, e due buchi al posto degli occhi” figurano uomini che, riferisce Janet Ross, “curvavano le spalle sotto enormi croci di legno, pagando qualche cosa – mi fu assicurato – per aver il dritto di portarle”. Una scena probabilmente inusuale per una donna inglese. (foto tratta dal volume “La terra di Manfredi” di Janet Ross, traduzione dall’inglese di Ida de Nicolò Capriati, con illustrazioni di Carlo Orsi, Trani, Vecchi, 1899, p. 17, conservato presso la biblioteca “G. Bovio” di Trani).


Biografia di Luca Pilato
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Laureato in Filologia,nletterature e storia dell’antichità presso l’Università degli Studi di Barin”Aldo Moro”, coltiva da sempre un grande interesse per l’arte, lanletteratura e la storia locale che lo porta, dopo il conseguimento dell’abilitazionendi guida turistica, a ideare il sito web n antiquaitinera.it, unnprogetto che unisce visite guidate e letteratura odeporica. All’amore per ilnpassato e l’antichità coniuga anche la passione per la musica: è, infatti,nstudente di pianoforte presso il Conservatorio “Niccolò Piccinni” dinBari.n
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sabato 14 Ottobre 2017

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