Cultura

“Perchè non sono un delinquente?”, Nicola Schingaro per il terzo appuntamento di Scritture Il-legali

La Redazione
Scritture Il-legali
Sabato 8 aprile presso la libreria Luna di Sabbia prosegue il ciclo di incontri organizzati da Libera, Legambiente e hastArci
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La legalità è un percorso che si costruisce ogni giorno e si costruisce avendo la parola “noi” come orizzonte. Il Circolo HastArci, l’associazione Libera ed il circolo cittadino di Legambiente vogliono offrire al nostro territorio occasioni di formazione ed informazione. Da questa premessa è nata la rassegna “Scritture Il-legali”, un ciclo di quattro incontri letterari.

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“Scritture Il-legali” ci ha già portato tra le strade della nonviolenza dell’Asharam che ha sconfitto la camorra a Castellammare di Stabia e nei fumetti e nei racconti impegno civile su Narcomafie. Sabato 8 aprile Scritture Il-legali ci porterà tra le risposte di Nicola Schingaro alla sua domanda: “Perché non sono un delinquente?”, che è anche il titolo del libro di cui parlerà presso la libreria Luna di Sabbia.

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Schingaro, nato e cresciuto in un quartiere come quello del C.E.P. di Bari, si chiede quali consigli possano scaturire dalla sua esperienza in tema di politiche sociali ed urbane.

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«Durante l’incontro con uno degli autori di Narcomafie abbiamo assistito piacevolmente alla partecipazione dei ragazzi di una classe di un liceo tranese. Il dibattito e l’interesse nato da quell’incontro sono il senso più profondo di questo progetto, il nostro obiettivo è proprio quello di stimolare e motivare un percorso sulla legalità» scrivono gli organizzatori della rassegna.

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Prossime date e libri:

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08.04 ore 18 – N. Schingaro –Perché non sono diventato un delinquente

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La periferia mi appartiene. Sono nato e cresciuto in un quartiere povero. Nell’immaginario comune, esso ha evocato da sempre l’immagine negativamente stereotipata di un luogo come coacervo di miseria e di criminalità. A causa del mio quartiere, ho sofferto varie forme di tensione. In particolar modo, un lungo processo di etichettamento ha tormentato il mio Sé, la mia identità, la mia vita; mentre, per molte teorie della devianza e della criminalità, io sarei – o potrei ancora diventare – un criminale. Ma se avevo tutte le carte in regola, allora, perché non sono un delinquente? Come, e in che misura, l’etichettamento subìto lungo l’arco della mia vita ha influenzato il mio Sé e la mia identità? E in che modo la profezia che si auto-avvera ha funzionato in relazione al mio destino e alla mia vita? E quali utili suggerimenti la mia esperienza di vita può offrire in termini di politiche urbane e sociali? Ecco. Né più né meno, ora, sto cercando di rispondere a queste domande attraverso quest’autoetnografia.

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27.04 ore 20.30 – L. Palmisano – Mafia caporale

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Il Global Slavery Index 2016, il rapporto annuale sulla schiavitù nel mondo, conta 129.600 persone ridotte in schiavitù in Italia, collocandoci al 49esimo posto nel ranking dei 167 Paesi presi in considerazione. Siamo il vertice europeo della sparizione dei minori non accompagnati e dello sfruttamento delle prostitute provenienti dalla Nigeria e dai Paesi ex Socialisti, ma siamo soprattutto lo Stato dove caporalato e impresa tendono a fondersi con le più consolidate organizzazioni mafiose. Questo intreccio è Mafia Caporale. Il business di questa metamafia è l’illecito sfruttamento del lavoro. Dall’agricoltura ai servizi, fino alla piccola industria, il mercato del lavoro si riempie di lavoratori e di lavoratrici schiavizzati. Leonardo Palmisano, nel suo viaggio dal nord al sud di Italia ha raccolto una storia, un’immagine, un ritratto.

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giovedì 6 Aprile 2017

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