Abbiamo visto e rivisto il video dell’arresto di questa mattina, probabilmente passato sotto traccia nel sentire comune. Perché, si sa, “finché risolvono tra di loro”, probabilmente al cittadino medio non interessa a fondo che qualcuno giri in città armato, sia pronto senza alcuno scrupolo a salire in sella ad un motoveicolo e ad esplodere due colpi di pistola.
Ma quello che ci ha lasciati perplessi è la tranquillità con la quale viene affrontato il fatto dalla vittima e dall’aggressore. Come se si stessero scambiando una battuta al volo, come se stessero parlando di calcio. Una tranquillità che ha stupito evidentemente anche i militari. Dal comunicato: La cosa che inizialmente lasciava perplessi i Carabinieri era che il pescatore si era presentato in Caserma senza esternare particolare agitazione per il pericolo scampato, nonostante uno dei colpi lo avesse attinto al braccio destro, procurandogli, fortunatamente, solo un lieve graffio.
E quest’atteggiamento si evince anche dal filmato: come se fosse tutto nella norma, come se uno di quei due colpi non avesse mai potuto procurargli altri danni o al massimo la morte. Come se non avesse alcun bisogno di aiuto, di supporto, anzi. Una volta allontanatosi l’aggressore ha attraversato la carreggiata del porto per lasciare probabilmente vicino ai bidoni l’oggetto che ha tra le mani. Si nota soltanto il momento in cui si controlla il braccio, quello ferito. E subito dopo l’aggressore si allontana dopo avergli intimato verbalmente di risolvere la più presto la questione economica.
A distanza di pochi anni dalla morte per omicidio effettuato con armi da fuoco di due persone, Francesco Ferrante e Antonio Mastrodonato, è questo l’effetto che fa un tentato omicidio? Totale tranquillità. Come se la morte fosse poi una banalità.