Cronaca

Giro di estorsioni, anche il Tribunale di Trani chiede condanne

La Redazione
Gruppo Corda
La Procura invoca pene di oltre 6 anni per Regano e Presta
scrivi un commento 131

Sei anni e 8 mesi per Michele Regano e 6 anni, 3 mesi e 10 giorni per Armando Presta. Sono le richieste avanzate dal pubblico ministero, nell’ambito del processo in corso davanti al Tribunale collegiale di Trani nei confronti di due delle 11 persone coinvolte, a vario titolo, nel giro di estorsioni (consumate e tentate) che faceva capo a Vito Corda, da alcuni mesi diventato collaboratore di giustizia. Il processo nei confronti di Corda e di altre sette persone si svolge, parallelamente, in abbreviato davanti al Gup del Tribunale di Bari; mentre le posizioni di Regano e Presta sono fine al vaglio del Tribunale collegiale di Trani, dopo che lo stesso Gup aveva respinto la richiesta di abbreviato condizionato. Tuttavia anche questo processo si svolge nelle forme del rito alternativo, dopo la nuova istanza avanzata dai difensori e accolta dal Tribunale tranese. Regano – arrestato nel febbraio 2017 – ha ottenuto la libertà nei giorni scorsi, dopo essere passato dal carcere ai domiciliari già a novembre.

Ieri, dopo la discussione dell’accusa, la parola è passata al difensore di Presta, Giangregorio De Pascalis. Le discussioni di Francesco Di Marzio e Claudio Papagno, difensori di Regano, si terranno il 19 settembre prossimo, quando presumibilmente verrà anche emessa la sentenza nei confronti dei due imputati. Una settimana prima è fissata la nuova udienza del processo abbreviato davanti al Gup di Bari, trasferito nell’aula bunker di Bitonto dopo lo sgombero delle aule di giustizia del palazzo di via Nazariantz. Qui sono imputati Vito e Giuseppe Corda, Michele Di Feo, Ilir Gishti, Nicola e Pasquale Pecorella, Nicola Petrilli, Pasquale Pignataro, quest’ultimo diventato anch’egli collaboratore di giustizia. Il 12 settembre si dovrebbero svolgere le repliche dell’accusa, che ha già chiesto pene tra i 2 anni e 8 mesi e i 10 anni di reclusione per gli 8 imputati.

A Trani, infine, davanti ad altra sezione del Tribunale collegiale, è imputata una terza persona, Domenico Pignataro, che aveva optato da subito per il rito ordinario dopo che il Gip di Bari aveva disposto il giudizio immediato, a conclusione dell’inchiesta. L’inchiesta – per i reati contestati a vario titolo di concorso in estorsione (sia tentata che consumata) aggravata dal metodo mafioso – è coordinata dai pm Giuseppe Maralfa della Dda di Bari e Marcello Catalano della Procura di Trani. Il primo a finire in carcere, il 29 gennaio 2017, fu Vito Corda, destinatario di un provvedimento di fermo emesso dalla Procura tranese prima che potesse fuggire nella Repubblica Dominicana. Gli altri presunti responsabili dei tentativi di estorsioni o di quella consumata sono stati arrestati nel corso di due operazioni dei carabinieri di Trani tra febbraio e marzo 2017. Successivamente Corda ha cominciato a collaborare con gli inquirenti, facendo luce su alcune delle vicende criminali più efferate degli ultimi anni a Trani.

mercoledì 13 Giugno 2018

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti