Cronaca

Morì in carcere, la Corte d’Appello dispone perizia per il caso di Gregorio Durante

La Redazione
Corte d'Appello
Durante il processo di secondo grado in corso a Bari contro tre medici
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Sarà una perizia collegiale a chiarire le cause della mortendi Gregorio Durante, il 33enne di Nardò deceduto mentre era in carcere a Traninil 31 dicembre 2011. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Bari, dopo oltre trenore di camera di consiglio, aderendo alla richiesta del procuratore generale.nIl conferimento dell’incarico ai tre periti avverrà all’udienza del prossimo 20nmarzo. Davanti alla Corte d’Appello sono imputati tre dei medici che seguirononil detenuto mentre era in carcere: Francesco Monterisi, Michele De Punto enGioacchino Soldano. Solo il primo è stato condannato nel novembre 2014 dal gupndi Trani a 4 mesi, pena sospesa; De Pinto e Soldano vennero assolti insieme adnaltri due imputati. La causa delndecesso, secondo l’autopsia, fu un’intossicazione da fenobarbital (contenutonnel farmaco per l’epilessia che gli veniva somministrato) “agevolata dallancontestuale presenza di broncopolmonite”, contratta negli ultimi quattro oncinque giorni di vita. Di questo, secondo il gup di Trani, sarebbe statonresponsabile solo Domenico Monterisi, il medico che coordinava l’équipe delncarcere e che – sostiene la sentenza – “non poteva non essersi reso conto delnprogressivo deterioramento delle condizioni organiche” di Durante. Ma lansentenza del gup è stata appellata sia da Monterisi (difeso dall’avvocatonCarmine Di Paola) che dalla Procura generale presso la Corte d’Appello di Bari,nma anche dalla parte civile nei confronti dei medici assolti De Pinto enSoldano. E’ stata disposta una parziale rinnovazione dell’istruzionendibattimentale, con la deposizione dei medici legali che si sono occupati dellanquestione. Ma evidentemente ciò non è bastato a chiarire perché Durante siandeceduto. Il sospetto degli inquirenti, all’indomani del decesso del giovane,nera che le sue condizioni non fossero compatibili con la detenzione in carcere.nI suoi legali avevano chiesto i domiciliari o il ricovero in struttura di tiponospedaliero, provvedimenti che però non arrivarono in tempo utile per salvarglinla vita. A Trani, Gregorio doveva finirendi scontare una condanna a sei anni per aver dato uno schiaffo (mentre era innregime di sorveglianza speciale) a dei ragazzini che, a suo dire, stavano dandonfastidio alla sua compagna, peraltro incinta. Gregorio era figlio di PippinDurante accusato d’aver ucciso, nel 1984, l’assessore di Nardò, Renata Fonte.

mercoledì 7 Febbraio 2018

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