Il Comune non sarà parte civile nel processoin abbreviato, davanti al Gup di Bari, per il giro di estorsioni (consumate e tentate) riconducibili a Vito Corda e altre 10 persone, oggetto d’inchiesta della Dda del capoluogo e della Procura ordinaria di Trani. Il gup del Tribunale di Bari, Anna Rosa de Palo, lo ha deciso oggi al termine dell’udienza con la quale si è invece stabilito di ammettere al rito abbreviato otto dei dieci imputati che ne avevano fatto richiesta: Vito e Giuseppe Corda, Michele Di Feo, IlirGishti, Nicola e Pasquale Pecorella, NicolaPetrilli, Pasquale Pignataro. Per loro il giudizio entrerà nel vivo l’1 marzo prossimo. Si svolgerà invece davanti al Tribunale collegiale di Trani il processo perMicheleRegano e Armando Presta, che avevano chiesto l’abbreviato condizionato: il Gup ha rigettato le loro richieste. Davanti al Tribunale tranese è già a processo, dal 9 ottobre, Domenico Pignataro.
Riguardo alla costituzionedel Comune di Trani, il Gupha eccepito che era stata indicata una sola delle 11 imputazioni oggetto dei due processi riuniti “senza specificare, in alternativa al richiamo puntuale ai capi d’accusa (…), le effettive e concreteragioni che giustificano la domanda, ma facendo anzi riferimento alla (inesistente) costituzione di un sodalizio al cui interno gli imputati svolgerebbero un ruolo specifico”. Tutto questo “non consente – ha concluso il gup – di delineare con certezza i contorni di un’azione civile che, nel caso di specie, è volta ad ottenere il ristoro di danni conseguenti soltanto indirettamente al reato”.Infine,il Gup ha riservato “all’esito della discussione la decisione in ordine alle ulteriori acquisizione probatorie prospettate dalla parte pubblica”.
Il Comune è, invece, regolarmente costituito come parte civile nel processo di Trani. Con un provvedimento del novembre scorso ha però deciso di cambiare avvocato perché il suo legale interno, MicheleCapurso, che aveva curato la costituzione,era “impossibilitato, per il carico di lavoro di competenza, a seguire con la dovuta attenzione la vicenda”. Aveva così affidato l’incarico a un altro avvocato del foro tranese, Pasqua Laura Di Pilato (già incaricata gratuitamente di seguire per il Comune di Trani il processo Zanni, nel quale l’ente è solo parte danneggiata dal reato) che ha curato la richiesta davanti alGup di Bari.
Gli imputati rispondono, a vario titolo, di concorso in estorsione continuata e aggravata dal metodo mafioso. I pm Giuseppe Maralfa della Dda di Bari e Marcello Catalano della Procura di Trani contestano di aver agito “avvalendosi della fama criminale propria e dei suoi concorrenti e della collegata evocazione della forza degli ambienti mafiosi notoriamente presenti in Trani sin dall’epoca di Salvatore Annacondia, nonché del diffuso clima di assoggettamento e di omertà degli operatori commerciali da tempo esistente nella città di Trani”, al fine di “agevolare mediante il reperimento di risorse economiche l’attività dell’associazione mafiosa cui faceva capo il ‘gruppo Corda’”. In qualche caso, si presentavano rendevano la vittima “consapevole del profilo criminale, peraltro noto nel territorio tranese, di Vito Corda”.Tra le presunte vittime gestori di bar e ristoranti, ma anche imprenditori della pietra di Trani. Vito Corda, soprannominato “il napoletano”, fu raggiunto da un provvedimento di fermo emesso dalla Procura di Trani il 29 gennaio scorso, mentre stava per fuggire nella Repubblica Domenicana. Successivamente Corda ha cominciato a collaborare con gli inquirenti, facendo luce su alcune delle vicende criminali più efferate degli ultimi anni a Trani. Gli altri presunti responsabili dei tentativi di estorsioni o di quella consumata sono stati arrestati nel corso di due operazioni dei carabinieri di Trani tra febbraio e marzo scorsi e, a conclusione dell’inchiesta, per 11 persone il gip di Bari ha disposto il giudizio immediato.