Cronaca

Discarica di Trani, Amiu e Legambiente fuori dal processo

La Redazione
Aula udienza del Gip al Tribunale di Trani
Il Gup ammette come parti civili Comune, Ministero dell'Ambiente ed ex direttore tecnico
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Il Comune di Trani, il Ministero dell’Ambiente e l’ex direttore tecnico dell’impianto, Michele Zecchillo saranno parte civile nel processo per la discarica di Trani. Fuori l’Amiu e le associazioni ambientaliste (Legambiente Puglia e Legambiente Trani, il Comitato Bene Comune e Agriambiente) che avevano chiesto di costituirsi. E’ quanto deciso dal gup Angela Schiralli, oggi, nel corso della nuova udienza per decidere sul rinvio a giudizio di 19 persone (più due società), imputate – a vario titolo – per il disastro ambientale della discarica Puro Vecchio. La prossima udienza, per eventuali richieste di riti alternativi, è fissata al 27 febbraio. Ora si potrà procedere alla citazione dei responsabili civili, Amiu e Marco Polo Engineering.

In particolare, la costituzione di Amiu è stata dichiarata inammissibile non solo perché imputata, ma perché “è stata indicata quale presunta persona giuridica danneggiata dal reato”. Le associazioni sono state escluse per motivi diversi: Agriambiente per mancanza di correlazione sotto il profilo territoriale dal momento che l’associazione ha sede a Torino; il comitato Bene Comune si è invece costituito nel febbraio 2014, mentre i reati imputati arrivano al 2013; Legambiente, infine, oltre ad aver depositato in ritardo l’atto costitutivo necessario a legittimare la domanda, non ha spiegato “in cosa sia consistita la domanda di costituzione come parte civile”. L’ingegner Zecchillo, per anni direttore tecnico dell’Amiu, si è costituito parte civile in qualità di soggetto passivo dei reati di corruzione e turbata libertà degli incanti attribuiti ad altri imputati.

L’inchiesta

L’inchiesta riguarda i reati – contestati a vario titolo – di disastro ambientale, gestione continuata di rifiuti e discarica in mancanza della prescritta autorizzazione e inosservanza delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni, emissioni in atmosfera non autorizzate, concorso in turbata libertà degli incanti e corruzione aggravata, omissione in atti d’ufficio. In dettaglio, il reato di disastro ambientale viene contestato agli ultimi due ex sindaci di Trani, Luigi Riserbato e Giuseppe Tarantini, e ai loro rispettivi ex assessori comunali all’Ambiente, cioè Giuseppe De Simone e Giuseppina Chiarello; e ancora all’ex capo dell’Ufficio tecnico comunale, Giuseppe Affatato (ancora dipendente dell’ente sia pure in altra veste); agli ex amministratori dell’Amiu spa, Antonello Ruggiero e Francesco Sotero; all’ex direttore tecnico, Michele Zecchillo; agli ex consiglieri di amministrazione Francesco di Toma e Pasquale Sorrenti; e ai dipendenti Domenico Angiolella e Antonio Peluso. Imputati per disastro ambientale colposo i dirigenti regionali Antonello Antonicelli (ex dirigente coordinatore delle Politiche di tutela e sicurezza ambientale), Giuseppe Tedeschi (servizio Rischio industriale), Giuseppe Maistri (ufficio Aia) e Caterina Dibitonto (ex dirigente Inquinamento e Grandi impianti). Sia agli amministratori e dipendenti comunali che ai dirigenti della Regione si contestano i reati di gestione continuata di rifiuti e discarica in mancanza della prescritta autorizzazione, inosservanza delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni, emissioni non autorizzate in atmosfera. E devono rispondere di omissione in atti d’ufficio Riserbato, De Simone, Ruggiero, Zecchillo, Peluso e Angiolella per non aver adottato – ciascuno in relazione al suo ruolo – le “opportune azioni” dopo le criticità accertate in un sopralluogo del febbraio 2014. Mentre rispondono di disastro ambientale colposo anche i due tecnici di un laboratorio bitontino, Pasquale e Pietro Elia Abbaticchio, incaricati da Amiu di effettuare analisi sulla discarica per aver rilevato “tardivamente” nel 2014 “una forte impennata della concentrazione dei metalli pesanti”. Contestati il concorso in turbata libertà degli incanti all’ex presidente del collegio sindacale Amiu, Francesco Paolo D’Amore,.e a Loris Zanelli, direttore generale della Marco Polo Engineering, che devono rispondere anche di corruzione aggravata insieme al progettista Michele Lastilla per la gara dell’impianto di captazione del biogas da 9 milioni di euro. Imputate, in qualità di persone giuridiche, l’Amiu spa (la società comunale che gestiva la discarica) e la Marco Polo Engineering Sistemi Ecologici di Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo (tra quelle in gara per realizzare l’impianto di captazione del biogas).

Secondo quanto ricostruito dalle indagini del Noe e della Procura di Trani, in dieci anni la discarica comunale di contrada Puro Vecchio ha immesso nell’atmosfera 80 milioni di metri cubi di biogas, con il risultato di creare un rischio esplosione e facendo uscire percolato dal sottosuolo “a mo’ di geyser”. La discarica cessò la sua attività il 4 settembre 2014 su disposizione del servizio Rischi industriali della Regione Puglia, ma l’Aia (l’autorizzazione integrata ambientale, rilasciata nel settembre 2008) era ampiamente già decaduta per l’assenza dell’impianto per il biogas. Il 15 gennaio 2015 l’impianto fu anche sottoposto a sequestro probatorio da parte del pm Ruggiero per il pericolo di esplosione, causato dalla mancata realizzazione di impianto di captazione del biogas. Il dissequestro è stato notificato un anno fa al sindaco Amedeo Bottaro, con specifico mandato a compiere le attività di bonifica.

martedì 21 Novembre 2017

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