Cronaca

Casa Bovio sede degli ingegneri della Bat: 13mila euro per chiudere

La Redazione
Casa Bovio
La giunta ha approvato l'atto transattivo 5 anni dopo il trasloco dell'ordine provinciale
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Arriva a conclusione la vicenda della casa Bovio usata dall’ordine degli ingegneri della Bat come sede dal 2003 al 2012. Proprio in seguito all’allontanamento degli uffici dell’ordine professionale dal piano terra dell’immobile, l’edificio entrò nel mirino di famiglie senza casa che lo hanno occupato a più riprese. Fino all’ultimo caso del marzo scorso quando due famiglie hanno preso d’assalto l’immobile, trasformando il piano superiore e il locale a piano terra nelle loro abitazioni. Solo ai primi di ottobre è stata liberata la parte ai piani superiori e murato il portone d’ingresso, dal momento che la famiglia di sette persone si è trasferita al piano terra rimasto vuoto dopo che un altro nucleo familiare era andato via. E, qualche giorno fa, un’altra ordinanza di sgombero è stata emessa dal Comune.

La ristrutturazione dell’immobile in cui il giurista e filosofo tranese Giovanni Bovio nacque il 6 febbraio 1837, di proprietà comunale, è stata completata nel 2003. L’amministrazione dell’epoca guidata da Carlo Avantario lo aveva destinato a sede di un museo per le opere dell’illustre concittadino e biblioteca di quartiere. L’avvento del nuovo sindaco, Giuseppe Tarantini, fece cambiare i piani: l’edificio venne concesso come sede all’Ordine provinciale degli ingegneri. Soltanto nel 2010, in base a quanto approvato dal Consiglio comunale con il piano di valorizzazione degli immobili comunali, si stabilì che l’ordine avrebbe dovuto pagare un canone di locazione e per coprire il pregresso realizzare un ascensore. Le condizioni contrattuali per la concessione venivano comunicate dall’ufficio Patrimonio del Comune all’ordine degli ingegneri nel 2011: 1675 euro al mese di affitto più l’ascensore. L’allora presidente dell’ordine evidenziava però avevano utilizzato solo il pian terra e, presto, l’ordine comunicava di voler lasciare l’immobile e si dichiarava disponibile a corrispondere la somma di 13mila euro come contributo forfettario per l’uso dell’immobile dal 2003 fino a febbraio 2011, corrispondente al costo dell’ascensore mai installato più 5000 euro per l’affitto del solo piano terra da marzo 2011 a maggio 2012, quando effettivamente l’ordine lasciò l’immobile. Così l’immobile rimase vuoto, ma già nel luglio 2012 si registrò la prima intrusione di inquilini abusivi, tanto da indurre il Comune a murare l’ingresso del palazzo. I mattoni poi sparirono e a marzo scorso l’immobile occupato.

Ebbene, ora, a distanza di oltre cinque anni dal trasloco degli ingegneri, la giunta comunale ha detto sì alla proposta transattiva dell’ordine e si vedrà riconoscere i 13mila euro proposti. Dai nuovi inquilini, sicuramente meno illustri dei precedenti, il Comune invece non riceverà nemmeno un euro.

venerdì 17 Novembre 2017

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