Cronaca

Trani, un’altra cava dei veleni. E quelle ombre nere del passato sotto la terra

Donato De Ceglie
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Cava dei veleni in Contrada Monachelle
Il primo cittadino proprio stamane ha pubblicato sulla sua pagina Facebook nuovo sollecito inoltrato all'Arpa, alla Procura della Repubblica e ai Carabinieri del Noe
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Alla memoria tornano le immagini della cava scoperta nel 2015, in altra zona ma con gli stessi problemi. Fumi dal sottosuolo, crepe nello strato superiore della terra e un nero liquido sotto. Bollente. Arriviamo in contrada Monachelle e dobbiamo fermarci davanti ad un cancello prima di accedere tramite un terreno alla cava abbandonata nel mirino della cronaca locale ormai da un paio di settimane. I Carabinieri hanno circoscritto l’area con nastro bianco e rosso, la Procura della Repubblica di Trani ha aperto un fascicolo contro ignoti. I militari del Nucleo Operativo Ecologico hanno ispezionato la zona ed eseguiranno indagini. Qui sono arrivati anche gli operatori dell’Arpa Puglia, hanno effettuato prelievi e analisi per valutare la qualità dell’aria e del materiale che sta bruciando le viscere della terra.

La zona interessata dall’incendio sotterraneo è circoscritta, la potete notare nel cerchio rosso nelle foto ma la probabilità che rifiuti (di qualsiasi genere, non è ancora chiaro quale materiale stia bruciando) possano essere stati gettati su tutta la parete è alta. Nella galleria potete notare la foto segnata con un riquadro verde, tutta quella parete presenta caratteristiche omogenee, è quindi probabile che sia materiale di scarto utilizzato per coprire sversamenti. La terra è crepata, filata, e dalle arterie nere brucia il sottosuolo. I fumi rendono invivibile la zona eppure a pochissimi passi ci sono vigneti, uliveti, terre coltivate.

In base alla direzione del vento i fumi giungono sino in città, soprattutto nella zona nord, tra via Andria, via Papa Giovanni XXIII e via Barletta. Qui sono stati sversati rifiuti per un non precisato periodo e coperti in seguito, ma la terra non dimentica. Fino a che continuerà ad essere alimentato dall’ossigeno il focolaio proseguirà nella sua azione lenta ma devastante. La prima azione potrebbe essere sicuramente quella già messa in atto nel caso della cava di contrada Profico: sabbiare le vene infuocate e tappare l’incendio. Spegnerlo sotto una cappa, nella speranza che futuri smottamenti non lo riattivino.

La storia della città purtroppo non regala grandi speranze per il futuro del nostro ambiente: da anni si fa riferimento alle dichiarazioni ritenute attendibili di Salvatore Annacondia, vertice criminale degli anni ’90. Annacondia ha dichiarato in alcune occasioni che il territorio di Trani è stato oggetto di sversamenti illeciti di rifiuti pericolosi, poi tombati. Avrebbe così venduto la propria città alla morte. In merito non sono mai staterealizzate analisi specifiche su tutto l’agro per certificare la veridicità di queste dichiarazioni e, se vere, non sappiamo quanto abbiano inciso nell’inquinamento della falda.

Stando alle prime indiscrezioni le sostanze che stanno bruciando in contrada Monachelle sono oli esausti. Il caso è seguito dal sindaco Amedeo Bottaro e dall’assessore all’ambiente Michele di Gregorio, già stato di persona sul posto. Il primo cittadino proprio stamane ha pubblicato sulla sua pagina Facebook nuovo sollecito inoltrato all’Arpa, alla Procura della Repubblica e ai Carabinieri del Noe. Carte che sino ad ora non hanno però risolto il problema.

giovedì 19 Ottobre 2017

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