Cronaca

​Discarica, anche Amiu e Legambiente vogliono essere parte civile nel processo

La Redazione
Discarica
Nuova udienza davanti al Gup. Il 31 ottobre si decide sulle costituzioni
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Comune di Trani, Ministero dell’Ambiente, Amiu, Legambiente circolo di Trani e Legambiente Puglia, Comitato Bene Comune e Agriambiente, più uno degli stessi imputati che chiede di potersi costituire contro altre persone coinvolte nel procedimento sulla discarica comunale, chiusa dal settembre 2014. Sono le richieste di costituzione di parte civile avanzate (e depositate) oggi davanti al Gup del Tribunale di Trani, Angela Schiralli, da enti e soggetti vari che chiedono di poter essere parte civile nel processo che si andrà a instaurare sul disastro ambientale causato dalla discarica di contrada Puro Vecchio. Sulle richieste si discuterà e decidere durante l’udienza del 31 ottebre prossimo.

E solo all’esito della decisione sulle costituzioni di parte civile, si potrà entrare nel merito delle eccezioni in parte già sollevate nell’udienza odierna, nonché delle preannunciate citazioni di alcuni degli enti coinvolti (Comune, Regione e Amiu) in qualità di responsabili civili.

Per il resto nulla di fatto oggi per l’udienza preliminare che dovrà decidere sul rinvio a giudizio chiesto dalla Procura per 21 persone e due società, coinvolte a vario titolo nel disastro ambientale della discarica Amiu. Assente il pm Michele Ruggiero (sostituito in udienza dal collega Alessandro Pesce), l’udienza è servita sostanzialmente al giudice Angela Schiralli per prendere atto di tutte le richieste di costituzione di parte civile. Per qualcuna delle associazioni, alcuni difensori hanno subito eccepito la mancanza di interesse specifico che legittimi la costituzione.

Le imputazioni
Secondo le accuse contestate dal pm Michele Ruggiero, in dieci anni la discarica comunale di contrada Puro Vecchio ha immesso nell’atmosfera 80 milioni di metri cubi di biogas, con il risultato di creare un rischio esplosione e facendo uscire percolato dal sottosuolo “a mo’ di geyser”. Gli imputati devono rispondere – a vario titolo – di disastro ambientale, gestione continuata di rifiuti e discarica in mancanza della prescritta autorizzazione e inosservanza delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni, emissioni in atmosfera non autorizzate, concorso in turbata libertà degli incanti e corruzione aggravata, omissione in atti d’ufficio. Imputate anche due società in qualità di persone giuridiche: l’Amiu spa (la società comunale che gestiva la discarica) e la Marco Polo Engineering Sistemi Ecologici di Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo (tra quelle in gara per realizzare l’impianto di captazione del biogas).

Tra questi ci sono anche gli ultimi due ex sindaci di Trani, Luigi Riserbato e Giuseppe Tarantini, e i loro rispettivi ex assessori comunali all’Ambiente, cioè Giuseppe De Simone e Giuseppina Chiarello. E ancora l’ex capo dell’Ufficio tecnico comunale, Giuseppe Affatato (ancora dipendente dell’ente sia pure in altra veste); gli ex amministratori dell’Amiu spa, Antonello Ruggiero e Francesco Sotero; l’ex direttore tecnico, Michele Zecchillo; gli ex consiglieri di amministrazione Amiu Francesco di Toma e Pasquale Sorrenti; l’ex presidente del collegio sindacale, Francesco Paolo D’Amore, e i dipendenti Domenico Angiolella e Antonio Peluso. Risultano imputati anche dirigenti della Regione Puglia: Antonello Antonicelli (ex dirigente coordinatore delle Politiche di tutela e sicurezza ambientale), Giuseppe Tedeschi (servizio Rischio industriale), Giuseppe Maistri (ufficio Aia) e Caterina Dibitonto (ex dirigente Inquinamento e Grandi impianti).

Per la questione impianto biogas, rischiano il processo anche l’architetto Michele Lastilla, che doveva occuparsi della progettazione architettonica dell’impianto, e Loris Zanelli, direttore generale della Marco Polo Engineering. Infine due tecnici di un laboratorio bitontino, Pasquale e Pietro Elia Abbaticchio, incaricati da Amiu di effettuare analisi sulla discarica per aver rilevato “tardivamente” nel 2014 “una forte impennata della concentrazione dei metalli pesanti”. La discarica cessò la sua attività il 4 settembre 2014 su disposizione del servizio Rischi industriali della Regione Puglia, ma l’Aia (l’autorizzazione integrata ambientale, rilasciata nel settembre 2008) era ampiamente già decaduta per l’assenza dell’impianto per il biogas. Il 15 gennaio 2015 l’impianto fu anche sottoposto a sequestro probatorio da parte del pm Ruggiero per il pericolo di esplosione, causato dalla mancata realizzazione di impianto di captazione del biogas. Il dissequestro è stato notificato un anno fa al sindaco Amedeo Bottaro, con specifico mandato a compiere le attività di bonifica.

Alcune richieste degli imputati
Oggi l’ex direttore tecnico della discarica, Michele Zecchillo, ha chiesto di potersi costituire parte civile contro Lastilla, Zanelli e D’Amore per le contestazioni relative a corruzione e turbata libertà degli incanti. Prescritto, invece, già nel 2015, l’illecito amministrativo della Marco Polo Engineering, motivo per il quale l’avvocato Domenico Cei società ha già preannunciato richiesta di non luogo a procedere nei confronti della società.

martedì 17 Ottobre 2017

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