Cronaca

Discarica di Trani, tutto rinviato al 17 ottobre per i 23 imputati

La Redazione
Tribunale di Trani
Difetto di notifica per l'avvocato di Amiu
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E’ stata aggiornata al 17 ottobre l’udienza preliminare davanti al Gup del Tribunale di Trani, Angela Schiralli, per decidere se dovranno essere rinviato a giudizio 21 persone e due società, coinvolte a vario titolo nel disastro ambientale della discarica Amiu, finita sotto sequestro nel gennaio 2015. L’udienza di questa mattina si è tradotta in un nulla di fatto, a causa di un difetto di notifica al legale domiciliatario dell’Amiu spa, società proprietaria della discarica che in questo procedimento è indicata anche tra le persone offese. Alcune eccezioni già preannunciate dai difensori saranno discusse, dunque, tra tre mesi, quando potranno costituirsi formalmente anche le parti civili. All’udienza di oggi si sono presentati anche i legati di alcune associazioni ambientaliste, alcune delle quali non hanno neanche sede operativa a Trani (ma ad Andria). Chiederà di costituirsi il Comitato Bene Comune di Trani, mentre è attesa per Legambiente Trani e Puglia i cui avvocati oggi non erano in udienza. Annunciate anche le costituzioni del Comune di Trani (con l’avvocato Bepi Maralfa) e del Ministero dell’Ambiente (con un avvocato dello Stato).

Secondo le accuse contestate dal pm Michele Ruggiero, in dieci anni la discarica comunale di contrada Puro Vecchio ha immesso nell’atmosfera 80 milioni di metri cubi di biogas, con il risultato di creare un rischio esplosione e facendo uscire percolato dal sottosuolo “a mo’ di geyser”. Gli imputati devono rispondere – a vario titolo – di disastro ambientale, gestione continuata di rifiuti e discarica in mancanza della prescritta autorizzazione e inosservanza delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni, emissioni in atmosfera non autorizzate, concorso in turbata libertà degli incanti e corruzione aggravata, omissione in atti d’ufficio. Imputate anche due società in qualità di persone giuridiche: l’Amiu spa (la società comunale che gestiva la discarica) e la Marco Polo Engineering Sistemi Ecologici di Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo (tra quelle in gara per realizzare l’impianto di captazione del biogas). Tra questi ci sono anche gli ultimi due ex sindaci di Trani, Luigi Riserbato e Giuseppe Tarantini, e i loro rispettivi ex assessori comunali all’Ambiente, cioè Giuseppe De Simone e Giuseppina Chiarello. E ancora l’ex capo dell’Ufficio tecnico comunale, Giuseppe Affatato (ancora dipendente dell’ente sia pure in altra veste); gli ex amministratori dell’Amiu spa, Antonello Ruggiero e Francesco Sotero; l’ex direttore tecnico, Michele Zecchillo, tre tra ex componenti del cda e del collegio sindacale e due dipendenti dell’Amiu. Risultano imputati anche dirigenti della Regione Puglia: Antonello Antonicelli (ex dirigente coordinatore delle Politiche di tutela e sicurezza ambientale), Giuseppe Tedeschi (servizio Rischio industriale), Giuseppe Maistri (ufficio Aia) e Caterina Dibitonto (ex dirigente Inquinamento e Grandi impianti). Per la questione impianto biogas, rischiano il processo anche l’architetto Michele Lastilla, che doveva occuparsi della progettazione architettonica dell’impianto, e Loris Zanelli, direttore generale della Marco Polo Engineering. Infine due tecnici di un laboratorio bitontino, Pasquale e Pietro Elia Abbaticchio, incaricati da Amiu di effettuare analisi sulla discarica per aver rilevato “tardivamente” nel 2014 “una forte impennata della concentrazione dei metalli pesanti”. In particolare, l’impianto di contrada Puro Vecchio aveva proseguito la sua attività fino al settembre 2014 nonostante l’Aia (l’autorizzazione integrata ambientale, rilasciata nel settembre 2008) fosse decaduta per l’assenza dell’impianto per il biogas. A causa del superamento di alcuni parametri di legge, fu proprio il servizio Rischi industriali della Regione Puglia a disporre la chiusura della discarica di Trani nel settembre 2014. Ma alcuni mesi dopo, la discarica venne sottoposta a sequestro probatorio da parte del pm Ruggiero per il pericolo di esplosione, causato dalla mancata realizzazione di impianto di captazione del biogas.

martedì 11 Luglio 2017

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