Cronaca

Disastro ambientale della discarica di Trani, domani l’udienza preliminare

La Redazione
Discarica
Il Comune si costituirà parte civile contro i 21 imputati
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E’ fissata per domani l’udienza preliminare davanti al Gup Angela Schiralli per decidere se dovranno essere processate le 21 persone responsabili, a vario titolo, del disastro ambientale della discarica di Trani, chiusa da quasi tre anni. Secondo il pm Michele Ruggiero, che ha coordinato le indagini dei carabinieri del Noe, in dieci anni la discarica comunale di contrada Puro Vecchio – nella quale non si smaltiscono rifiuti ormai da settembre 2014 – ha immesso nell’atmosfera 80 milioni di metri cubi di biogas, con il risultato di creare un rischio esplosione e facendo uscire percolato dal sottosuolo “a mo’ di geyser”.

Gli imputati devono rispondere – a vario titolo – di disastro ambientale, gestione continuata di rifiuti e discarica in mancanza della prescritta autorizzazione e inosservanza delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni, emissioni in atmosfera non autorizzate, concorso in turbata libertà degli incanti e corruzione aggravata, omissione in atti d’ufficio. Imputate anche due società in qualità di persone giuridiche: l’Amiu spa (la società comunale che gestiva la discarica) e la Marco Polo Engineering Sistemi Ecologici di Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo (tra quelle in gara per realizzare l’impianto di captazione del biogas). Il Comune di Trani, invece, si costituirà parte civile nei confronti dei 21 imputati già all’udienza di domani (al netto di rinvii) attraverso l’avvocato Bepi Maralfa.

Tra questi ci sono anche gli ultimi due ex sindaci di Trani, Luigi Riserbato e Giuseppe Tarantini, e i loro rispettivi ex assessori comunali all’Ambiente, cioè Giuseppe De Simone e Giuseppina Chiarello. E ancora l’ex capo dell’Ufficio tecnico comunale, Giuseppe Affatato (ancora dipendente dell’ente sia pure in altra veste); gli ex amministratori dell’Amiu spa, Antonello Ruggiero e Francesco Sotero; l’ex direttore tecnico, Michele Zecchillo, tre tra ex componenti del cda e del collegio sindacale e due dipendenti dell’Amiu. Risultano imputati anche dirigenti della Regione Puglia: Antonello Antonicelli (ex dirigente coordinatore delle Politiche di tutela e sicurezza ambientale), Giuseppe Tedeschi (servizio Rischio industriale), Giuseppe Maistri (ufficio Aia) e Caterina Dibitonto (ex dirigente Inquinamento e Grandi impianti). Per la questione impianto biogas, rischiano il processo anche l’architetto Michele Lastilla, che doveva occuparsi della progettazione architettonica dell’impianto, e Loris Zanelli, direttore generale della Marco Polo Engineering. Infine due tecnici di un laboratorio bitontino, Pasquale e Pietro Elia Abbaticchio, incaricati da Amiu di effettuare analisi sulla discarica per aver rilevato “tardivamente” nel 2014 “una forte impennata della concentrazione dei metalli pesanti”.

La discarica – secondo quanto hanno rivelato le indagini – aveva proseguito la sua attività fino al 2014 nonostante l’Aia (l’autorizzazione integrata ambientale, rilasciata nel settembre 2008) fosse decaduta a causa della mancata realizzazione ed entrata in esercizio dell’impianto per il biogas, che però sarebbe dovuta avvenire entro il settembre 2009. Il 4 settembre 2014, a causa del superamento di alcuni parametri di legge, il servizio Rischi industriali della Regione Puglia dispose la chiusura della discarica di Trani e, quindi, bloccò il relativo conferimento dei rifiuti che, all’epoca, arrivavano anche dai Comuni del Barese. Il 15 gennaio 2015, però, la discarica venne sottoposta a sequestro probatorio perché, secondo la Procura, era “incombente e concreto il pericolo di esplosione della discarica, a causa della mancata realizzazione di impianto di captazione del biogas”.

lunedì 10 Luglio 2017

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