Cronaca

Via Carrettieri: cede il manto stradale e l’ultimo arrotino rischia di lasciare la città

Donato De Ceglie
Via Carrettieri
Lorenzo, stanco dei disservizi comunali, sta pensando di trasferire la sua attività nella vicina Bisceglie
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Nell'immaginario collettivo è un megafono. L'arrotino è un megafono montato su un'autovettura zoppicante che gira per le strade della città richiamando l'attenzione delle donne. Lorenzo ha il suo esercizio commerciale in via Carrettieri, è l'ultima insegna della città che porta il nome di un lavoro artigianale di cui si sono perse le tracce. E Trani sta rischiando di vederlo andar via. Non per la mancanza di lavoro ma per il continuo aumento delle tasse comunali a fronte di un aumento considerevole dei disservizi, come ha sottolineato Lorenzo con frasi affilate.

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Da mesi ormai il manto stradale di via Carrettieri, composto dalle tradizionali basole, sta cedendo e creando non pochi problemi ad autovetture, pedoni e bambini che giocano. Il fosso più grande creatosi al centro della strada, proprio dinanzi alla bottega dell'arrotino, è stato "messo in sicurezza" con quattro transenne. Ma i problemi non sono legati soltanto alle difficoltà di auto e pedoni: l'acqua che penetra nel fosso sta creando infiltrazioni pericolose. «Ho dovuto far risistemare il marciapiede – dice Lorenzo – a spese mie, si stava distruggendo. Ma non è solo un problema mio, se vi fate un giro qui intorno alla chiesa di Santa Chiara, ci sono altre due buche pericolose che non vengono sistemate da tempo. Sto cercando di mettere su un'associazione per cercare di farci sentire». Il quartiere è popolare, è l'anticamera del centro storico, ha i colori della pietra, tante piante sui balconi, ringhiere fantasiose. La gentrificazione sembra lontana, fortunatamente.

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Nel frattempo, mentre parliamo, passano due giovani pescatori su un tre ruote carico di sgombri e altri pesci azzurri, un furgone bianco ed alcune autovetture. Hanno quasi tutti difficoltà nell'evitare e le transenne e le auto parcheggiate. «Sto pensando di trasferire l'attività a Bisceglie perché il mercato è più movimentato e sembra che i servizi ci siano» ha detto Lorenzo con un po' di dispiacere perché comunque a questa città ci tiene e lo dimostra il fervore con il quale conduce i suoi ragionamenti sui lavori pubblici, sulla politica, sull'utilizzo delle risorse. In estate da questi fossi fuoriescono decine di blatte ma questo è un dettaglio. Non è stato il fosso in sé a fornirgli la voglia di andar via ma la gestione della cosa pubblica in questa maniera, «Le transenne non possono essere una soluzione».

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Nell'aria i pulviscoli di polvere si mischiano ai moscerini, è tempo di vendemmia e nelle ultime settimane i contadini hanno portato dall'arrotino decine di forbici per potare. Mentre parliamo con Lorenzo entra una signora con alcuni coltelli da sistemare, un falegname con un'accetta, un anziano con forbici da seta raccolte in un fazzoletto e per noi diventa più difficile continuare a parlare. Per il rispetto che si deve al lavoro, ci defiliamo e osserviamo il rapporto di Lorenzo con la sua clientela e notiamo anche quanto sia importante coltivare con pazienza lavori artigiani come questo: bisogna affinare le nozioni, conoscere i trattamenti, i materiali abrasivi. Ad un'altra signora che chiede un paio di forbici, Lorenzo chiede per quale utilizzo. Perché ci sono vari tipi di forbici, quelle da cerimonia ad esempio, per il taglio del nastro da parte di una novella sposa. In una città che si definisce turistica, questo luogo dovrebbe rientrare in un sistema diverso, dovrebbe essere la tappa di un percorso sulla "Strada delle cose che andiam perdendo".

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E per colpa di un fosso, potremmo perderlo davvero.

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lunedì 3 Ottobre 2016

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