Cronaca

Trani come la Terra dei fuochi. Dalla puzza alla scoperta dei rifiuti tombati. Foto e video

La Redazione
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Trani
La terra ribolle per le fiamme sotterranee che stanno bruciando rifiuti nascosti in una cava abbandonata
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Cercavano la puzza. Hanno trovato l'inferno: la terra ribolle, un fumo denso e bianco si sprigiona dal sottosuolo, le fiamme che neanche fiumi d'acqua riescono a domare. No, non è un girone dell'inferno dantesco, ma una delle tantissime cave dismesse di cui il territorio tranese è costellato.

E l'incubo dei racconti di Salvatore Annacondia si trasofrma da leggenda in realtà. Negli Anni '80, il boss del Nord Barese, appena diventato collaboratore di giustizia raccontò che nelle cave tranesi veniva occultati ogni genere di rifiuto: dagli speciali, ai nocivi; dai tossici ai pericolosi. Se ne fece un gran parlare all'epoca. Poi tutto è tornato nel silenzio, come si trattasse, appunto, di una leggenda metropolitana.

Qualche indagine, per la verità, fu anche compiuta. Ma con gli scarsi mezzi tecnici dell'epoca vennero rinvenute solo pochi rifiuti nocivi. Ma niente di eclatante.

Ma, evidentemente, la pratica è continuata nel tempo. E solo la puzza nauseabonda di questi giorni che ha reso irrespirabile l'aria di Trani, ha scatenato una vera e propria caccia all'origine dell'odore che ha portato alla scoperta di questa cava abbandonata, nelle campagne sulla direttrice della Provinciale Bisceglie-Andria, a poche centinaia di metri in linea d'aria dal casello autostradale.

Insomma, Trani come la Terra dei Fuochi? E' presto per dirlo. Al momento, infatti, non è possibile capire di che tipo di rifiuti tombati si tratti. Le fiamme impediscono alle forze dell'ordine (sul posto sono giunti carabinieri e polizia locale) ed ai Vigili del Fuoco di accertare la natura dei rifiuti. Prima dovranno essere completate le operazioni di spegnimento attraverso l'interramento (in modo da far esaurire l'ossigeno). Solo dopo, con estrema cautela, so provvederà ad effettuare dei saggi per gli opportuni approfondimenti.

Ma bisogna far presto. E' necessario capire se si tratti di un caso isolato o se esista un disegno di una qualche organizzazione criminale. Ed in caso di risposta positiva bisogna accertare che tipo di devastazione abbia provocato alle colture, alle falde ed al mare. Non è più tempo di nascondere la testa sotto la terra. Anche perché il problema è proprio lì.

Si ringraziano Antonio Quinto (TraniViva) e Donato De Ceglie (Bombo Notizie) per la gentile concessione di foto e video.

martedì 9 Giugno 2015

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