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Alveare. “Il sindaco di Riace, la sindaca di Lodi e la sorella di Stefano Cucchi”. Rubrica

La Redazione
Il pensatore di Rodin
È scomparso il momento di riflessione, la comprensione serena e distaccata dei fatti. Occorrono più di duemila anni per tentare di giudicare un avvenimento senza lasciarci condizionare dalle nostre convinzioni
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Cosa avranno mai in comune Il sindaco di Riace, la sindaca di Lodi e la sorella di Stefano Cucchi?

Apparentemente nulla e, probabilmente, non solo apparentemente. Nella mia mente però, trattasi evidentemente di mente scombussolata, qualcosa in comune ce l’hanno. Hanno in comune la peculiarità del nostro relazionarci a questi eventi, l’inquietudine che ci pervade quando apprendiamo notizie di questo tipo. A prescindere dal fatto che si possa rispettare la legge e da questa azione possa derivare una condizione sfavorevole per qualcuno, come è accaduto alla sindaca di Lodi, che si è attenuta ad un precetto, ma di fatto, dei bambini incolpevoli non hanno potuto usufruire del servizio mensa e trasporto. A prescindere dal fatto che si possa non rispettare la legge, come è accaduto al sindaco di Riace, ma da questa sua violazione ne è derivato un vantaggio per dei disperati che, tra l’altro, hanno imparato un mestiere, ma anche per i suoi cittadini, per le case abbandonate e rimaste vuote. A prescindere dal fatto che Stefano Cucchi fosse un drogato o uno spacciatore, in Italia non vige la pena capitale, per cui, chi lo ha aggredito e ucciso, non aveva il diritto di farlo, anche se, ammesso che fosse uno spacciatore, trattavasi di untore, di venditore di morte. La sorella aveva diritto di pretendere la verità, di preoccuparsi per suo fratello ingiustamente assassinato, di fare giustizia. Di conseguenza, tutti quelli che “non sono razzisti ma…” riterranno la sindaca di Lodi nel giusto e il sindaco di Riace nel torto, a prescindere dalla legge. Così ci saranno quelli che riterranno tutti i carabinieri dei farabutti, ma anche quelli che riterranno tutti i drogati e gli spacciatori, degni di morire per mano di un boia. Nulla e nessuna cosa cambierà le nostre opinioni, è inutile parlarne.

Ma cosa hanno in comune questi tre?

La nostra reazione. La mia reazione. È talmente precostituita che non abbiamo bisogno di conoscere tutta la storia, ci basta conoscere i personaggi per formulare un giudizio. E la cosa più grave è che nessuno e nessuna circostanza, nemmeno l’approfondimento della notizia, potranno successivamente farci cambiare idea. Gli avvenimenti sono utili soltanto per confermare e rafforzare le nostre convinzioni, li attendiamo trepidanti per poterci persuadere che abbiamo ragione noi, che le nostre convinzioni siano quelle giuste e possiamo, legittimamente, sbandierarle con orgoglio e tracotanza.

È scomparso il momento di riflessione, la comprensione serena e distaccata dei fatti. Occorrono più di duemila anni per tentare di giudicare un avvenimento senza lasciarci condizionare dalle nostre convinzioni. Su Giulio Cesare, ad esempio, siamo quasi tutti d’accordo.

Possiamo provare a farci delle domande contrarie ai nostri convincimenti? Ai sostenitori della sindaca di Lodi, ad esempio, non sorprende un po’, tutta questa improvvisa voglia di legalità esplosa a Lodi, tanto irruenta dal dover cominciare in una mensa per bambini? Ai sostenitori del sindaco di Riace, non sorprende un po’, ad esempio, tutta questa umanità esplosa a Riace?

Quando viene arrestato un sindaco o riceve un avviso di garanzia, per molti, è sempre una buona notizia, una festa, una notizia che prevale sopra ogni cosa, compreso la pietà nei confronti dell’uomo e della sua famiglia.

Quando per un errore di un medico o di un infermiere muore qualcuno, tutti i medici e gli infermieri sono assassini? Eppure capita di sentir dire che all’ospedale di Trani non valgano niente, nessuno escluso; salvo diventare il migliore ospedale con i migliori medici e infermieri, quando stanno per chiuderlo. Alla sorella di Stefano consiglierei di fermarsi ora, per non essere accusata di voler speculare, da chi è certo di non doversi mai imbattere in problemi di questa sorta. A chi ha figli piccoli consiglierei di non accusare la sorella di Stefano per essere stata la sorella impotente di un drogato. È una sciagura che può capitare a tutti, anche se facciamo il possibile per scongiurarla.

La cosa che più mi tormenta, al di là dei pregiudizi, è che sia una sindaca.

Alveare 2017

1 Ernesto Che Guevara – 2 Al capezzale dei vecchi – 3 La visita medica – 4 Il sindaco è come il pesce – 5 L’incidente dell’ambulanza – 6 Le nonne che giocavano a tombola – 7 Vi racconto il mio primo appuntamento al buio con una donna – 8 Barresi-Bottaro: che brutta storia – 9 Lei è un medico? Una donna? – 10 Quello strano fascista di Pinuccio Tarantini – 11 Rossella è andata via da Trani – 12 Disabili vs. normodotati. Volete sapere chi ha vinto? – 13 Ciao Ivan, compagno di liceo – 14 Lettera di Gesù Bambino – 15 Non sparate a Capodanno

Alveare 2018

1 Il problema etico di Giuseppe Tarantini – 2 Il Pronto Soccorso – 3 Il corte di Acca Larentia – 4 La razza del mio cane – 5 Alfredo Albanese – 6 Quale giorno della memoria? – 7 Sai già a chi votare? – 8 Caro Michele – 9 Sanremo senza Facebook – 10 Una campagna elettorale monotona – 11 Cara, brumosa, desolata periferia – 12 La favola di Sfortunina – 13 Gli occhi di Marilena – 14 Il furto al centro trasfusionale – 15 Attaccatevi al tram – 16 Nicola, novantasei anni. Colto da malore – 17 La stiratrice Isoardi – 18 Violenza contro anziani e lavoro sottopagato delle badanti – 19 Così festeggiate la Liberazione? – 20 Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono – 21 Don Dino, il sacerdote di quartiere – 22 L’arrivo di Emiliano – 23 Un vaccino per la solidarietà – 24 L’uomo nudo con le mani in tasca – 25 Doppio senso di marcia sul lungomare – 26 Ma siamo uomini o caporali? – 27 Cronaca di una serata di anormalità – 28 Il passaggio a livello è chiuso – 29 Gli zingari mettono sempre d’accordo tutti – 30 Papà, e se ti infilza? – 31 Il razzismo ve lo spiego con la mitologia – 32 Tra qualche giorno nei porti approderanno i Santi – 33 La pistola ad aria compressa – 34 Il razzismo è vita e i preti tutti pedofili 35 – Il pomodoro e il sangue – 36 Non essere stupido – 37 Le polpette avvelenate di ignoranza – 38 Finalmente potrò andare a messa la domenica – 39 Ho commesso atti impuri – 40 Cara Cecilia di Lernia – 41 Aggredito il 118 – 42 L’ignoranza allontana, l’arte avvicina – 43 Chi sono io per giudicare?

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venerdì 19 Ottobre 2018

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