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Tra percezione e realtà. La città intossicata, non solo dai fumi

Donato De Ceglie
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Fumi sospetti su Trani
Il futuro si gioca tra la percezione e la realtà, tra la preoccupazione di far sembrare tutto sotto controllo ed un territorio complesso da gestire
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In principio è stato il fumo. Una nube maleodorante che ha raggiunto sabato sera intorno alle ore 20 la zona di Pozzopiano, una coperta bianca che a tratti sembrava provenire dal mare, tanto da indurre forze dell’ordine ed alcuni addetti ai lavori di pensare a semplice banco di nebbia proveniente dal mare. Pattuglie di Polizia Locale, associazioni di salvaguardia ambientale e soccorso hanno perlustrato il territorio senza trovare traccia dell’origine. Anche le chiamate presso i Vigili del Fuoco sono andate a vuoto, sia Barletta che Bari alle ore 21 dicevano di non essere intervenuti su alcun incendio.

In quel lasso di tempo una pattuglia di agenti di Polizia Locale ha raggiunto anche la zona della “cava fumante” di contrada Monachelle per scongiurare che l’origine di quel fumo potesse essere quel pezzo di terra dal quale fuoriescono fumi da mesi. Intanto il “banco di nebbia” dalla puzza acre, come di plastica o gomma bruciata, si spostava in zona Nord, nella periferia che più ha subito gli olezzi della cava in questi mesi. I gruppi social più animati della città sono letteralmente impazziti, costringendoci a cercare di dare una risposta ai lettori, con gli unici dati di cui eravamo in possesso.

Dopo le 21 di sabato il Comando di Polizia, sollecitato da referenti di un movimento civico, ha allertato l’Arpa con un fax urgente data l’insopportabile puzza. Mentre pubblicavamo questo pezzo però, vigili del fuoco e Polizia Locale giungevano intorno alle ore 2 in contrada Sant’Angelo a intersezione della provinciale Bisceglie-Andria e qui vi rimanevano sino alle 9 del mattino per le operazioni di spegnimento del rogo. Non era nebbia quindi ma un incendio di vaste dimensioni. Cumuli di sfalci di potatura, fogliame e residui di frantoio dati alle fiamme da qualche balordo. Fatto punibile con multe salatissime, come da art. 185 del Codice ambientale. Il proprietario del terreno è stato diffidato “a mettere in sicurezza il sito affinché l’episodio non si verifichi nuovamente”.

Il proprietario del terreno, proprietario del frantoio dal quale provenivano i residui, è stato raggiunto telefonicamente in mattinata e convocato presso il Comando di Polizia Locale dove ha dovuto dichiarare cosa ci facessero quei cumuli di materiale su quel terreno e poi ha denunciato quanto accaduto. Il lavoro dei vigili del fuoco è stato supportato anche da una ruspa per dissodare i cumuli e procedere allo spegnimento totale di quel vasto spazio. Nel pomeriggio una fila di sfalci ha ripreso a fumare, sul posto sono prontamente giunti volontari di associazioni come Folgore e Trani Soccorso nell’attesa dell’arrivo di una squadra di pompieri che ha spento del tutto l’incendio.

Il primo ed unico comunicato sull’evento da parte dell’amministrazione è giunto dopo le ore 10, a firma dell’assessore all’ambiente. “Sul posto sono stati ritrovati 9 cumuli diversi di sfalci del suddetto materiale della larghezza di circa 3 metri, con un’altezza di circa 1,2 metri ed una profondità di circa 150 metri. I cumuli erano stati creati dallo stesso proprietario del fondo, titolare anche di un frantoio, per essere sparsi sul terreno. Uno di questi cumuli invece ha preso fuoco. Gli altri son rimasti intatti”.

Abbiamo pubblicato la nota appena giunti sul posto di persona per verificare lo stato dei luoghi, intorno alle ore 9.45 di domenica mattina.

Quel che fa specie è quanto accaduto subito dopo la pubblicazione dell’ultimo degli articoli inerenti fumo, frasche e le loro origini. Le accuse di allarmismo che – dato quanto scritto in precedenza – ci sembra non ci abbiano neanche sfiorato. La caccia alle streghe della paura. Le richieste di prove dell’intervento in nottata dei vigili del fuoco. Gli insulti nella chat privata della pagina Facebook di questo sito, accusati di aver “nascosto un’altra discarica abusiva in fiamme”. Che la puzza acre di quel fumo avesse poco di naturale, lo abbiamo percepito tutti. Così come speriamo ora che si vada a fondo in tutte le questioni che riguardano la salute e la sicurezza del nostro territorio. Il futuro si gioca tra la percezione e la realtà, tra la preoccupazione di far sembrare tutto sotto controllo ed un territorio complesso da gestire. (nda)

lunedì 12 Marzo 2018

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