Attualità

TraniSpia allo specchio. Intervista agli amministratori del gruppo Facebook

Donato De Ceglie
Uno dei 6x3 comparsi nel 2011
La parola d'ordine è trasparenza: se non hai un contatto verificabile o non firmi con il tuo nome e cognome reali, sei fuori dal gruppo. Puoi vederlo (il gruppo è pubblico) ma non partecipare
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Delle lezioni di letteratura classica, una delle sfumature più affascinanti di sempre, secondo me, è il procedimento metateatrale. Uno stratagemma di “autorappresentazione” ripreso con grande maestria da Pirandello che ha sempre cercato di mettere in scena i disagi del teatro, la difficoltà del dover rappresentare realmente un dramma, difficoltà speculare alla realtà. Il metateatro è il teatro che parla di sé stesso e nel teatro pirandelliano pone gli attori in una situazione critica: è impossibile stabilire il confine labile tra finzione e realtà.

Di finzione e realtà si è sempre dibattuto anche nei dibattiti filosofici aventi come oggetto il web. Abbiamo voluto fare un punto su una delle realtà tranese, che alcuni continuano a considerare fittizia, “operante” nella ragnatela di Facebook: Tranispia. Incontriamo tre persone che sotto il nome e cognome proprio hanno un gagliardetto blu con una stellina bianca. Ne parliamo come se fosse un simbolo che espongono in pubblico, appeso al collo, ed in un certo senso è così. Sono gli amministratori o “Admin”, come spesso si definiscono durante la chiacchierata, del gruppo: Paolo Nugnes, Francesco Paolo Cioffi e Andrea Moselli.

Incontriamo prima Nugnes e Moselli, Cioffi ci raggiungerà dopo una mezz’oretta dall’inizio dell’intervista al tavolo di un bar della zona Nord della città. Cosa è Tranispia? È un gruppo Facebook nato nel luglio del 2011, creato da Tony D’Ambrosio, «Mi inserì Tony – dice Paolo – che contestualmente aveva creato anche Andriaspia. Mi fece amministratore di entrambi i gruppi, lui era sempre all’avanguardia rispetto all’utilizzo dei social. Io ho resistito molto alla propaganda di Repubblica che per prima ha sponsorizzato Facebook. Non comprendevo bene quali potenzialità potesse avere un gruppo del genere».

Su Trani il gruppo entrò in funzione da subito perché la città non aveva gruppi di riferimento virtuali. Un gruppo “virtuale” che però agli albori ha portato subito i partecipanti a scontrarsi con la realtà. Da un lato i cartelloni 6×3, dall’altro le lettere di minacce anonime. Nel luglio del 2011 Tony D’Ambrosio e Paolo Nugnes decidono di “sponsorizzare” il gruppo Facebook in maniera concreta. Furono realizzati alcuni manifesti affissi in giro per la città, di cui vi mostriamo un reperto fotografico. Ma lo scontro più duro con la realtà arrivò nel novembre dello stesso anno.

Due lettere di minacce corredate da diverse foto del pianerottolo sul quale si trovava l’appartamento di Nugnes, la foto dell’autovettura e del suo negozio. La minaccia arrivava da Andria e la richiesta era quella di chiudere il gruppo. «Anche se non sei sposato hai una famiglia e una bella bimba, non ti conviene fare lo scemo ad Andria», scrivevano. «Volevamo bruciare la Punto, ma è troppo vecchia, ci vergogniamo, possiamo provare con il negozio». In una seconda lettera c’erano invece foto della donna e della figlia di pochi mesi.

Su Andriaspia all’epoca si parlava di spese pubbliche folli e di ritipizzazioni di alcune aree nel Piano regolatore andriese ma non è mai stato accertato il motivo per il quale gli furono recapitate quelle lettere. «Oggi Andriaspia è diventato un posto radical chic. Hanno deciso di kickarmi» dice Paolo mentre azzanna un babà.

Tranispia è una realtà, ma cosa la tiene in vita? «La voglia di tener attiva una comunità». Andrea Moselli è il promotore del “movimento” #siamosolocustodi, hashtag che Nugnes scherzosamente schernisce durante la chiacchierata. Andrea è una guida turistica e ama la storia della propria città, è un ragazzo che si pone con modi gentili, nei primi tempi da amministratore dava del Lei a tutti gli utenti, «Non faccio differenza tra pc e realtà, per me oltre lo schermo c’è sempre una persona che ha pari dignità con chiunque». Arrivano i tre caffé, di cui uno macchiato (non richiesto). Paolo è pronto a chieder di farne un altro, Andrea lo stoppa e lo prende lui.

Quel che mi stupisce di Tranispia è il tempo che viene impiegato dagli admin per star dietro a tutto ciò che viene scritto sul gruppo. «Oggi forse ne perdiamo meno grazie ai tre regolamenti stilati e alle domande che filtrano l’accesso». La parola d’ordine è trasparenza: se non hai un contatto verificabile o non firmi con il tuo nome e cognome reali, sei fuori dal gruppo. Puoi vederlo (il gruppo è pubblico) ma non partecipare.

«Tu capisci che Tranispia ha un risvolto sulla vita vera quando i bannati ti contattano pregandoti di riammetterli. Sentono di aver perso qualcosa. Si sentono defraudati» condividono Paolo e Andrea. I tre regolamenti sono nati per diverse esigenze: quello del gruppo per stabilire regole di vita comune, quello per i razzisti per combattere un “fenomeno” sempre più dilagante e quello per i giornalisti.

Su quest’ultimo ci soffermiamo particolarmente. «È stato necessario per diversi motivi. Stavate facendo spam – ride – e non è mai bello. In passato qualcuno ha deliberatamente preso foto dal gruppo senza neanche citare la fonte ma questo è un problema relativo. Abbiamo chiesto di autoregolarvi con la pubblicazione ma non siete riusciti a trovare un accordo, per questo abbiamo creato quello che crediamo sia il modo più giusto per non scontentare nessuno e permettere a tutti di giocarsela. Tra la condivisione di una notizie e l’altra deve passare almeno mezz’ora, meglio ancora un’ora, così tutti avete possibilità di giocarvi la notizia». Oggi, inutile nasconderlo, la pubblicità che mantiene in vita un sito tiene d’occhio l’autorevolezza del sito e il traffico che il sito stesso riesce a produrre: se una notizia non viene condivisa sui social, non viene letta. E qui la domanda: se il lettore non la cerca, che valore ha quella notizia? È la condivisione che la rende “nobile” o fruttuosa?

«Se l’articolo viene condiviso dal lettore e non dal giornalista è la notizia che si fa promotrice di sé stessa. Quella dovrebbe essere la vittoria del giornalista» dice Paolo. Con Andrea invece, mentre Francesco parcheggia, riflettiamo sulle dinamiche di “denuncia”: «Quello che vorremmo far capire ma ormai è la stessa comunità che lo sottolinea, è il giusto modo di viver la città. Se segnali un problema “x” sul gruppo ma non lo fai anche presso le autorità competenti non ha senso».

Oggi Tranispia ha raggiunto il livello di community e soprattutto “comunità”, ma quale futuro ha? «Eh. Mi piacerebbe vedere uno spin-off cartaceo di Tranispia – è Paolo Nugnes a parlare – o comunque trovare un modo che faccia diventare “cittàspia” qualcosa di più grande. Voglio far sviluppare un’applicazione specifica applicata al gruppo Facebook. Sarebbe bello creare un contenitore-mappa delle segnalazioni: se c’è una pietra spostata il 10 novembre, mi piacerebbe capire il 10 dicembre cosa accade. Ma non solo visivamente, non mi interessa solo sapere che quella pietra sia stata sistemata. Sarebbe bello seguire l’iter burocratico su quella pietra: quali pratiche sono state aperte, chi ha preso in carico segnalazione, chi protocollo, et cetera. Ma questi sono i sogni di grandezza che nutro: l’automatizzazione dell’ente comunale».

Francesco ora, oltre ad essere Admin di Tranispia, ha creato una pagina Facebook, BuongiornoTrani: «Sì, lì c’è solo bellezza». I tre sono affiatati anche se non si incontrano fisicamente, «Ci scriviamo in una chat, abbiamo modo di segnalarci interventi da fare a vicenda e procediamo così, convinti comunque di fare un qualcosa di utile per la città». E soprattutto, a dispetto di quanti credono sia “solo” un gruppo Facebook, è realtà.

Ognuno gioca un ruolo. A volte nascosto, altre volte esplicito. Tra finzione e realtà si muovono i post e la grammatica spesso bistrattata. Oggi celebriamo il ruolo della televisione nel processo di alfabetizzazione della popolazione italiana, chissà cosa si dirà di Facebook tra trent’anni. Chissà se prima o poi anche Tranispia comincerà a sognare quel che vuole per la città domani invece di rimestare in quel che non è andato bene ieri. Ah, il caffè è stato gentilmente offerto dall’ultimo arrivato.

martedì 21 Novembre 2017

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