Attualità

“I problemi nascono nelle famiglie? Forse anche la nostra cultura ha sbagliato”

La Redazione
Rino Negrogno
«Tommaso dice che era meglio quando la vecchina risolveva le faccende con il rito magico. Avrà ragione, non sappiamo utilizzarla la libertà?​»
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Un omicidio due anni fa, quello in cui perse la vita Biagio Zanni per sedare una rissa tra minorenni, domenica sera un’altra rissa e per poco non ci è scappato nuovamente il morto, sempre nella stessa zona. Una rissa per futili motivi. Raccogliamo ancora una volta una riflessione, di Rino Negrogno.

«Forse siamo diventati così aridi perché siamo soli. Siamo più liberi rispetto a settant’anni fa, abbiamo tutto, sicuramente più di quello che avevamo, ma Tommaso (suo collega nel 118, nda) dice che siamo meno felici. Perché siamo soli e non perché abbiamo l’iphone, abbiamo l’iphone perché siamo soli. La famiglia si è sempre più sgretolata, quella famiglia allargata degli anni cinquanta, quella con il nonno seduto a capotavola, elargitore di consigli che gli venivano dall’esperienza, degli zii e dei cugini che chiedevano o porgevano un piatto a tavola, e c’era sempre per tutti, si condivideva; ora è diventata la famiglia del nonno all’ospizio che non capisce nulla dell’iphone, per cui dei suoi consigli poco ce ne importa».

«La famiglia si allarga di altre figure che dipendono dall’incapacità di affrontare gli ostacoli, ci si arrende subito e si cerca un nuovo o una nuova compagna che non sempre sopportano i figli che questi si portano dietro e i figli cominciano da subito a restare soli. Tommaso però devi ammettere che queste famiglie spesso nascondevano i loro problemi, anche gravi, lavavano i panni sporchi all’ombra del loro tugurio. Ma Tommaso dice che quando la famiglia aveva problemi, c’era il condominio, la via o il quartiere, per soccorrere e dare una mano a risolvere i problemi. C’era la più anziana che abitava in un sottano di piazza Teatro che era considerata una santona, lei dava consigli e a lei si chiedevano, guariva le persone dalle malattie, anche dai malocchi con i suoi riti e spesso funzionavano, non facevano male, ci si sedeva intorno all’uscio del sottano e tutto tornava come prima. Ma Tommaso questa è pura ignoranza. Tommaso dice che in quella ignoranza c’era qualcosa che ora non c’è più e ci sta portando al baratro, la nostra cultura non ha risolto i problemi di quella ignoranza».

«Certo è, che qualcosa manca e non siamo stati capaci di sostituire quei riti magici con qualcosa di più efficace. Così restiamo soli con il nostro ihpone, e se per caso ci imbattiamo per puro caso in una relazione, non sappiamo farla funzionare, litighiamo e i giovani, anche minorenni, brandiscono il coltello o i cocci di una bottiglia e tagliano la gola; e la nostra tristezza diventa più grande di quando non avevamo niente. Sono sgomento, ho ancora la divisa imbrattata di sangue, sangue giovane e non posso fare a meno di pensare che un giorno mio figlio mi chiederà di uscire da solo e io non potrò fermarlo; non esiste più neanche la via di casa, dove tutti ci conoscevamo e controllavamo che nessuno si facesse male, come dei padri di famiglia. Tommaso dice che era meglio quando la vecchina risolveva le faccende con il rito magico. Avrà ragione, non sappiamo utilizzarla la libertà?»

martedì 19 Settembre 2017

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